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Archiviato perOro di Dio

L’oro di Giotto, nel segno della tradizione della pittura fiorentina

Giotto - Collezioni ECRF
“Zeri m’intimò di attribuire due tavolette allora sconosciute ( San Francesco e San Giovanni evangelista) adesso nelle Collezioni dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze), al cospetto del loro proprietario, De Carlo, che le aveva portate con sé e stava pensando di farne pubblico dono, in memoria di un figlio defunto. Nonostante le condizioni imbarazzanti dell’indovinello...

Duccio, la Madonna in trono col Bambino è Maestà

“E il giorno che fu portata nella cattedrale, tutte le botteghe rimasero chiuse e il vescovo guidò una lunga fila di preti e monaci in solenne processione. Erano accompagnati dagli ufficiali del comune e da tutta la gente; tutti i cittadini importanti di Siena circondavano la pala con i ceri nelle mani, e le donne...

L’oro di Dio, omaggio a Giotto e ai maestri della pittura italiana tra XIII e XV secolo

Oro di Dio - Giotto
“ Credette Cimabue ne la pittura / Tener lo campo, e ora ha Giotto il grido /Sì che la fama di colui è scura” . Sono le parole di Dante, suo stretto contemporaneo che nell’XI canto del Purgatorio afferma la superiorità di Giotto sul maestro, una fortuna artistica riconosciuta in vita anche da altri come...

Per Natale Piero della Francesca in mostra a Palazzo Marino

Quest’anno i milanesi per Natale  potranno ammirare a Palazzo Marino uno dei grandi capolavori del Rinascimento italiano , “La Madonna della Misericordia” di Piero della Francesca, pala centrale del polittico  proveniente dal Museo Civico di Sansepolcro che  sarà esposta nella Sala Alessi da martedì 6 dicembre fino all’8 gennaio. Si tratta della prima opera documentata…

Il Cristo di Cimabue simbolo dell’alluvione di Firenze e della sua rinascita

"Crocifisso" 1280 circa Cimabue Museo dell'Opera di Santa Croce
Ancora oggi, nell’anniversario dei 50 anni , il Cristo di Cimabue è il simbolo dell’alluvione di Firenze e della sua rinascita, sommerso dal fango e dall’acqua all’interno del complesso della Basilica di Santa Croce dove si trovava, fu reso quasi completamente illeggibile conservando solo il 30 % della sua pittura originaria ma l’intervento di restauro...

Masaccio, il “Giotto rinato che ripiglia il lavoro al punto dove la morte lo fermò”

Masaccio e Masolino "Sant'Anna Metterza" 1424-1425 , Firenze Galleria degli Uffizi
Copatrona della città di Firenze è a Sant’Anna Metterza che è dedicato il celebre dipinto la “Madonna col Bambino e sant’Anna", oggi conservato alla Galleria degli Uffizi, in cui l’arte di Masaccio si unisce a quella di Masolino, innovandola e considerata un’ opera chiave del primo Rinascimento fiorentino. Menzionata per la prima volta nella chiesa...

Giotto e il Crocifisso per gli Umiliati di Ognissanti

Crocifisso - Giotto - Chiesa di Ognissanti - Firenze
Nel 2017 saranno celebrati i 750 anni dalla nascita di Giotto, iniziamo oggi  un viaggio alla scoperta dei suoi capolavori. “Dipinse Giotto ai frati Umiliati d’Ognissanti di Firenze una cappella e quattro tavole e fra l’altre in una la Nostra Donna con molti angeli intorno e colo Figliuolo in braccio, et un Crucifisso grande in...

Giotto, una nuova “immagine” per il Christus patiens

Crocifisso - Giotto - Santa Maria Novella, Firenze
E’ poco più che ventenne Giotto quando dipinge per i domenicani di Santa Maria Novella un grandioso Crocifisso destinato a rivoluzionare il corso della pittura. Secondo il recente restauro e le indagini correlate sarebbe infatti stato eseguito tra il 1288 e il 1289, agli inizi della sua carriera e mentre stava lavorando alla Basilica Superiore...

Beato Angelico. Quella pittura divina che guarda al Rinascimento

Oro di Dio - Beato Angelico - Deposizione dalla Croce
E’ un’opera destinata a segnare una svolta nella pittura fiorentina del suo tempo e forse il capolavoro dipinto su tavola dal Beato Angelico. Parliamo della “Deposizione dalla Croce” conservata nel Museo di San Marco e realizzata dall’artista nel 1432 quando gli venne affidata per completare la pala che era stata iniziata da Lorenzo Monaco su...

Pinsi, e la mia pittura al ver fu pari, l’atteggiai, l’avvivai, le diedi il moto…

“…imparò tanto, che si può annoverare tra i primi che per la maggior parte levassino le durezze, imperfezioni e difficoltà dell’arte, e che egli desse principio alle belle attitudini, movenze, fierezze e vivacità, et a un certo rilievo veramente proprio e naturale”, ha grandi parole di elogio il Vasari nelle sue Vite per l’eccellentissimo Masaccio…

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