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Pinsi, e la mia pittura al ver fu pari, l’atteggiai, l’avvivai, le diedi il moto…

“…imparò tanto, che si può annoverare tra i primi che per la maggior parte levassino le durezze, imperfezioni e difficoltà dell’arte, e che egli desse principio alle belle attitudini, movenze, fierezze e vivacità, et a un certo rilievo veramente proprio e naturale”, ha grandi parole di elogio il Vasari nelle sue Vite per l’eccellentissimo Masaccio da San Giovanni Valdarno che qui vi proponiamo con un’opera della giovinezza. Si tratta della prima opera nota di Tommaso di ser Giovanni Monte Cassai, detto Masaccio, un trittico dipinto nel 1422 per la pieve di San Giovenale a Cascia, alle porte di Reggello, noto col nome di  “Trittico di San Giovenale” realizzato per conto della potente famiglia dei Castellani.

Insieme alla Madonna col Bambino, il trittico che riporta la data di esecuzione, accoglie sulla sinistra i santi Giovenale e Antonio protettori della famiglia, mentre a destra Bartolomeo apostolo e Biagio con i simboli del martirio. Masaccio ha appena compiuto vent’anni e pur nella convenzionalità dell’impaginazione riesce ad esprimere tutta la sua genialità applicando per la prima volta i principi scientifici della prospettiva appena definiti da Filippo Brunelleschi, combinati con le possibilità offerte dallo stiacciato donatelliano. La pittura di Masaccio è solida, vera, concreta, carica di tensione e le figure caratterizzate da intensità psicologica  sono disposte secondo un ordine spaziale alle quali il fondo oro da volume e risalto.

Tutte le linee convergono vergo il fulcro della composizione che non può essere che la Madonna che tiene sulle ginocchia il Bambino dalle rosee sembianze e che viene presentato in piedi mentre si porta alla bocca un chicco d’uva, mentre nell’altra manina tiene stretto un grappolo, un particolare inedito nella pittura dell’epoca e che allude al sacrificio di Cristo nell’eucarestia. Questa bellissima immagine di un grande maestro quale fu Masaccio tra gli artisti del Quattrocento italiano è stata selezionate per far parte de L’Oro di Dio, una galleria di dipinti di insuperabile bellezza riprodotti in tutto il loro splendore grazie all’applicazione dell’oro a caldo e in tiratura limitata e numerata di soli 500 esemplari.

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