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“mettendo mano Iacopo all’opera vi fece un Dio Padre con molti putti et una Veronica”

Avendo nel medesimo apparato avuto cura Ridolfo Ghirlandaio di acconciare e di abbellire la sala del papa, che è congiunta al convento di Santa Maria Novella ed è antica residenza de’ pontefici in quella città. Stretto dal tempo, fu forzato a servirsi in alcune cose dell’altrui opera, per che, avendo l’altre stanze tutte adornate, diede cura a Iacopo Puntormo di fare nella cappella, dove aveva ogni mattina a udir messa Sua Santità, alcune pitture in fresco. Laonde, mettendo mano Iacopo all’opera vi fece un Dio Padre con molti putti et una Veronica che nel sudario aveva l’effigie di Gesù Cristo, la quale opera da Iacopo fatta in tanta strettezza di tempo, gli fu molto lodata”.

Il Vasari ci descrive così nella sue “Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti“, la realizzazione dell’affresco per mano del Pontormo della Cappella dei Papi nel 1515 in occasione della solenne visita a Firenze del Papa mediceo Leone X. Si tratta di una piccola cappella, all’interno del Convento di Santa Maria Novella, ultimo vestigio di rilievo degli appartamenti papali che esistevano nel complesso domenicano di Santa Maria Novella, il cui primo allestimento risale alla Repubblica Fiorentina ne, 1419 in occasione della visita di Martino V, qui soggiornò anche Eugenio IV ed altri delegati che parteciparono al Concilio di Firenze e vi morì il patriarca di Costantinopoli Gennadio.

Espressione del primo manierismo fiorentino, la Cappella venne costruita nel 1515 in occasione della visita di Papa Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici, per la quale tutta la città venne abbellita e preparata per accogliere al meglio il Papa mediceo, la decorazione venne affidata a Ridolfo del Ghirlandaio al quale subentrò Jacopo Pontormo, all’epoca diciannovenne che realizzò la volta con i putti reggi-stemma medicei e altre figure tra le grottesche, queste ultime affidate alla mano esperta di Andrea di Cosimo Feltrini, e la lunetta della parete sud, con la Veronica. La Santa Veronica, al centro della lunetta indossa una sgargiante veste arancione e in capo un velo bianco mentre solleva il velo che porta impresso il volto di Gesù colto nell’attimo della Passione, una gestualità che richiama le innovazioni michelangiolesche con il suo “Tondo Doni” e le pose a “serpentina” che fanno compiere delle torsioni alle figure ritratte. Raffinato il disegno del Volto di Cristo impresso sul lenzuolo che tra tanti è stato scelto per essere, a sua volta, impresso sulla tela di lino che riveste l’opera editoriale  i Volti di Cristo – Volti della Misericordia,edita da Vallecchi.

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