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Duccio, la Madonna in trono col Bambino è Maestà

E il giorno che fu portata nella cattedrale, tutte le botteghe rimasero chiuse e il vescovo guidò una lunga fila di preti e monaci in solenne processione. Erano accompagnati dagli ufficiali del comune e da tutta la gente; tutti i cittadini importanti di Siena circondavano la pala con i ceri nelle mani, e le donne e i bambini li seguivano umilmente. Accompagnarono la pala tra i suoni delle campane attraverso la Piazza del Campo fino all’interno della cattedrale con profondo rispetto per la preziosa pala. I poveri ricevettero molte elemosine e noi pregammo la Santa Madre di Dio, nostra patrona, affinchè nella sua infinita misericordia preservasse la nostra città di Siena dalle sfortune, dai traditori e dai nemici”.

Così viene ricordata da un personaggio dell’epoca la grande processione con la quale la grande tavola raffigurante la Maestà con le Storie della Vita della Vergine, nota come Maestà del Duomo di Siena,  dipinta da Duccio da Boninsegna faceva il suo ingresso all’interno della cattedrale senese, opera selezionata tra i capolavori de L’Oro di Dio. Era il 9 giugno del 1911, l’opera andava a sostituire un’immagine della Vergine che era particolarmente cara alla cittadinanza in quanto legata alla vittoria nella Battaglia di Montaperti e l’intento era quello di omaggiare ulteriormente la loro protettrice.

La grande pala d’altare rimase al suo posto fino al 1506, nel 1771 venne trasferita in una chiesa a Castelvecchio di Siena dove venne smontata, tagliata e ripartita tra due altari, in quell’occasione molti pannelli andarono perduti. Oltre ad essere infatti dipinta su ambo i lati, il lato principale rivolto ai fedeli con la Vergine monumentale e il Bambino in trono circondata dagli angeli, era arricchita da parti accessorie, come predelle e cuspidi, per buona parte dispersi. I pannelli più grandi fecero ritorno al Duomo di Siena nel 1795 per poi entrare a far parte del Museo nel 1878. Dove ancora oggi è conservata.

Considerata la Maestà per antonomasia, tra i dipinti analoghi del suo periodo, solenne e monumentale, capace di integrare funzione devozionale ed orgoglio civico in un capolavoro che riunisce i caratteri fondamentali dell’arte di Duccio, con la Vergine dall’aspetto iconico e i personaggi schierati ai suoi lati secondo quanto prescritto dalla pittura bizantina e l’eleganza del gusto gotico.

La Vergine vestita con l’ampio e prezioso manto blu scuro ricorda la Madonna Rucellai, è assisa su un ampio e sfarzoso  trono a marmi policromi di gusto cosmatesco circondato da sei angeli con gli sguardi sognanti  volti verso di lei ed il Bambino. Le due figure sacre sono circondate da angeli e santi disposti su tre livelli con in primo piano e in ginocchio i quattro santi protettori della città : Ansano, Savino, Crescenzo e  Vittore., in secondo piano Paolo, Giovanni evangelista e Giovanni battista e Pietro, Sant’Agnese e Santa Caterina d’Alessandria, mentre in alto una galleria con i busti degli Apostoli.

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