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La Natività nel Codice Valois

Natività

La Natività illustrata nel  Codice Valois nella carta 6v

“La Natività” è tra le tante pagine miniate interamente  dove si percepisce l’abilità del maestro che affronta il tema con la sapienza degna di un pittore  e come un racconto per immagini la scena si ricollega alla miniatura precedente dedicata al “Viaggio verso Betlemme”. La Madonna vestita di viola e con il manto azzurro è in adorazione del Bambino che è disteso a terra su un povero giaciglio di paglia, alle spalle il bue e l’asinello fanno la loro apparizione dietro un recinto e Giuseppe di lato, con la lunga veste rossa, il mantello azzurro e il bastone da pellegrino è genuflesso.

Le figure sono caratterizzate da un impianto volumetrico solido e da una gestualità sacra ed elegante, la caduta dei panneggi è sottolineata dalle leggere lumeggiature in oro che arricchiscono la composizione e conferiscono pregio al manoscritto di regale provenienza. I protagonisti della  Natività sono inseriti in uno sfondo dove da una parte si intravede un paesaggio con alture azzurre in lontananza e gruppi di rocce e dall’altra una nicchia in architettura classica con un tetto in paglia, come vuole la tradizione, rispettando così un canone in voga alla fine del Quattrocento che vuole la rappresentazione della grotta della natività attraverso la combinazione di elementi diversi, da quelli tradizionali delle sacre scritture a riferimenti che appartengono  all’antichità.

L’intera scena è inquadrata in una ricca edicola architettonica, quasi una pala d’altare che si offre alla contemplazione del lettore. La decorazione con l’oro sottolinea la sacralità dell’episodio e mette in risalto i due delfini araldici sulla lunetta  che alludono alla destinazione del volume per il Delfino di Francia, mentre la decorazione a conchiglia è un omaggio alla Madonna quale perla e genitrice celeste.

Il Codice Valois conservato presso la Biblioteca Casanatense di Roma è un autentico gioiello rinascimentale che conferma il sontuoso gusto della Regina Claudia che lo fece realizzare nell’atelier di Tours per il figlio Francesco, il  delfino di Francia.

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