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Un manoscritto di lusso per la Legenda Maior V.E. 411

La Legenda Maior V.E. 411 è un raro esemplare di lusso della Legenda Maior che, come sappiamo, a partire dal 1266 diventa la versione ufficiale de La Vita di San Francesco, redatta da Bonaventura da Bagnoregio, e per tale ragione ogni convento francescano aveva l’obbligo di possederne almeno una copia.

Anche se la maggior parte degli esemplari erano di fattura modesta, ciò non impedisce la realizzazione di manoscritti di pregio e riccamente miniati, come è nel caso del Vittorio Emanuele 411. Della storia del manoscritto, conservato alla Biblioteca Nazionale di Roma si conosce pochissimo, il 1891 è l’anno in cui arriva alla Biblioteca come acquisto compiuto da parte dell’architetto Tito Azzolini, sposato a una nobildonna romana e all’epoca direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Dal punto di vista critico, sin dalla sua comparsa sulla scena, viene riconosciuto come lavoro italiano, e questo a partire dalla mostra parigina del 1950 dedicata ai “ Trésors des Bibliothèques d’Italie”. Secondo alcuni studiosi collegato agli ambienti romagnoli, avendo la decorazione del manoscritto caratteri propri della miniatura bolognese della seconda metà del XIV secolo, mentre tra le ultime proposte di datazione quella di Andrea De Marchi che lo collocherebbe tra il 1330 e il 1340, ipotesi condivisa anche da Angelo Medica e che lo localizzerebbero invece in ambito lombardo.

La Legenda, riprodotta in facsimile, perfettamente uguale all’originale è stata scritta in gotica rotunda italiana, disposta su due colonne di 31 righe.

Come nota la studiosa Maria Alessandra Bilotta nel suo saggio “Il manoscritto e il suo apparato illustrativo” contenuto all’interno del commentario che completa l’edizione in facsimile . “ L’ornamentazione del volume appare frutto di una campagna decorativa unitaria e si presenta come il prodotto di un artista esperto, assai abile e raffinato. L’illustrazione comprende undici riquadri miniati, cinque iniziali istoriate, poste all’inizio di ogni capitolo e numerosissime iniziali decorate a motivi vegetali, tipologicamente unitarie.

 

Le iniziali istoriate, percorse lungo il corpo da tralci vegetali di foglie d’acanto rossi, verdi e blu, impreziosite dal segno nervoso delle filettature in biacca, si trovano inserite entro brillanti campiture dorate quadrangolari, esternamente profilate da una spessa cornice in inchiostro bruno. Anche dalle cornici di queste lettere si originano tralci a motivi vegetali che si estendono nei margini e nell’intercolunnio dello specchio scrittorio”. Come risulta ben evidente nella foto che mostra il particolare di una pagina e che abbiamo pensato di proporvi.

 

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