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La crocifissione nel Codice Valois

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».  Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.  Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete».  Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.  E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.”

L’evangelista Giovanni ci presenta così il momento della Crocifissione qui rappresentata in una miniatura a tutta pagina nell’edizione in facsimile dell’Evangelia Totius anni, Codice Valois in cui l’episodio viene narrato secondo i più tradizionali modelli iconografici, Cristo sulla croce coronato di spine e grondante sangue che si staglia contro lo sfondo della città e delle colline.

Ai lati i due ladroni anch’essi crocifissi, a destra una folla di armati e in primo piano due figure a cavallo, sulla sinistra il gruppo di Maria con il grande mantello azzurro, sorretta da Giovanni e la Maddalena, mentre alla base della croce un teschio che sta a ricordare il nome del monte Golgota e al tempo il destino dell’uomo redento dal sacrificio di Cristo. Colma di riferimenti alla Passione è la cornice che racchiude la scena, i dadi con i quali i soldati tirano a sorte le vesti di cristo, i denari prezzo del tradimento, il gallo segno dell’abiura di Pietro che per tre volte rinnegò di essere stato un suo apostolo.

La colonna con lo staffile che ricorda la Flagellazione, la brocca con il lavamani, gesto di Pilato, la lanterna e il coltello a ricordo della reazione di Pietro che rovescia la lanterna di Malco e gli mozza l’orecchio quando i soldati vengono a prendere Gesù. Infine, sono citati, la croce con la corona di spine, la scala che serviva per deporre il corpo di Cristo e la spugna con la quale fu offerto aceto a Cristo morente. Il sepolcro vuoto suggella il trionfo del signore sulla morte e la sua Resurrezione. Intorno allo stemma del Delfino, nel bas de page, si intrecciano i nastri che invocano la misericordia di Dio con le scritte “Ora pro nobis Domine” e “Miserere nobis”.

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