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I luoghi del Giubileo Domenicano a 800 anni dalla fondazione dell’ Ordo Praedicatorum 1216 – 2016

Il 7 novembre 2015 Festa di tutti i Santi dell’Ordine Domenicano avrà inizio il Giubileo Domenicano nel quale si festeggiano gli  800 anni dalla Fondazione dell’Ordine, un evento che vedrà tutti gli appartenenti alla famiglia domenicana sparsi nel mondo a visitare i luoghi collegati alla vita di San Domenico di Guzmàn e all’Ordine dei Predicatori,  in Spagna, Francia e Italia. Firenze città in cui i Domenicani si insediarono nel novembre del 1221 nell’allora Chiesa di S. Maria delle Vigne poi trasformata in S. Maria Novella, la cui costruzione iniziò nel 1278, è sicuramente uno dei luoghi che per primi vide la presenza dell’Ordine dei frati Domenicani. 

Oltre alla Chiesa di S. Maria Novella, a questa fece seguito l’assegnazione del Convento di San Marco nel 1436 per opera di Cosimo Il Vecchio dei Medici che lo fece ampliare e ristrutturare da Michelozzo e affrescare dal Beato Angelico, ma prima ancora va ricordata la costruzione del Convento di San Domenico a San Domenico di Fiesole, sulle colline di Firenze, fondato nel 1406 su iniziativa di Giovanni Dominici e del vescovo di Fiesole Jacopo Altoviti, entrambi frati di Santa Maria Novella.

Secondo gli studiosi è probabile che Frà Giovanni, così era chiamato il  Beato Angelico, avesse iniziato  intorno al 1420 a dipingere le opere destinate sia al convento che alla chiesa. Oggi all’interno della Chiesa di S. Domenico è possibile ammirare solo la pala destinata all’altare maggiore collocata nella cappella, entrando  a sinistra, l’opera ritrae la “Madonna col bambino in trono fra otto angeli e i Santi Tommaso, Barnaba, Domenico e Pietro martire”. Le altre due opere che in origine fiancheggiavano l’opera  “L’Annunciazione” e “L’Incoronazione”  si trovano oggi  nei musei del Prado e al Louvre.

Le altre tavole realizzate dall’Angelico furono disperse, mentre degli affreschi, solo due, una Madonna col Bambino e un Crocifisso, rimangono in sede. La pala che in origine aveva la forma di un polittico è stata radicalmente trasformata all’inizio del ‘500, ridotta alla forma quadrata con l’aggiunta di uno sfondo architettonico e paesaggistico a copertura dell’oro. Come nota Magnolia Scudieri direttrice del Museo di S. Marco di Firenze ed insigne studiosa dell’arte del Beato Angelico ” La pala è documento dell’adesione misurata e composta del pittore alla fase estrema dello stile tardogotico a Firenze. L’eco dell’arte di Gherardo Starnina e di Lorenzo Monaco, componenti evidenti della formazione di Guido di Piero, va stemperandosi in un linguaggio nuovo che, parallelamente o in conseguenza delle prime esperienze di Masaccio, comincia a organizzare la composizione entro una griglia spaziale che indica piani diversi anche se non ancora definiti con regole prospettiche”.

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