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La Biblioteca Casanatense scrigno di tesori

Biblioteca Casanatense

Nel 1701 si inaugura a Roma una delle  biblioteche più ricche di codici

La nascita della Biblioteca Casanatense si deve al grande bibliofilo e collezionista di opere rare, il car­dinale Girolamo Casanate (1620-1700) che  lasciò in eredità un cospicuo patrimonio bibliografico ai domenicani della basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma, ragguardevole non solo per quantità ma soprattutto per qualità.

La sua libraria era nota come ricca collezione di codici e stampati,  rappresentava l’emblematica biblioteca privata di un principe della Chiesa che, secondo la migliore tradizione secentesca, era attento agli scambi e alle esigenze culturali, ai contatti intellettuali che si alternavano nelle accademie letterarie e nei circoli privati del tempo.

Il patrimonio librario che l’insigne prelato, biblio­tecario di Santa Romana Chiesa, aveva assemblato nell’arco della sua vita ammontava a circa 25.000 volumi, tra manoscritti e stampati, il cui futuro fu segnato dalle volontà espresse nelle disposizioni testamentarie del cardinale.

Fu suo esplicito desiderio, infatti, che venissero destinati alla costituzione di una biblioteca aperta al pubblico, nel cui ambito istituire un collegio di teologi per la difesa dell’ortodossia e due cattedre per l’insegnamento dei testi tomistici, affidate ai padri domenicani stessi.

Il cardinale morì nel 1700, e nel 1701 si inaugurava pubblicamente la Biblioteca Casanatense, che doveva ben presto divenire una delle più rinomate e ricche della Roma settecentesca. Casanate aveva inoltre dotato la futura bi­blioteca di rendite, che i padri domenicani avrebbero dovuto gestire in autonomia per l’incremento del fondo iniziale.

Oggi la Biblioteca Casanatense annovera nel suo Fondo mano­scritti oltre centoquaranta codici medievali liturgici, che vanno dal IX al XVI secolo, raggruppati negli antichi cata­loghi sotto la voce «Rituales codices» ma distinti alfabetica­mente secondo il loro uso. Di questi, tre soli sono registrati con il titolo specifico di Evangelium o Evangeliarium, indicante vo­lumi che raccolgono i testi dei Vangeli.

Il Ms. 2020, conosciuto fino a oggi semplicemente come Evangelia totius anni, è un evangelistario di corte di prove­nienza francese acquisito dalla Casanatense verso la fine del Settecento o agli inizi dell’Ottocento e contenente i brani dei Vangeli letti durante la messa nei vari periodi dell’anno ed è stato scelto Vallecchi per una splendida  edizione in facsimile che ha preso il nome di  Codice Valois.

 

 

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