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Il vero volto di Michelangelo, restaurato il busto in bronzo di Daniele da Volterra della Galleria dell’Accademia

Il 18 febbraio del 1464 a quasi novant’anni, Michelangelo Buonarroti moriva nella sua casa di Macel de’ Corvi a Roma con il conforto degli amici più cari, Tommaso de’ Cavalieri e Daniele da Volterra, il pittore e scultore che lo aveva affiancato nei lavori alla Cappella Sistina e che aveva ricoperto le parti ritenute oscene dalla congregazione del Concilio di Trento, poco tempo prima. Proprio all’indomani della morte, il nipote del grande genio, Leonardo Buonarroti affidò a Daniele da Volterra il compito di realizzare un busto in bronzo dell’artista, scultura che in seguito venne replicata  al punto che divenne difficile distinguere l’originale dalle copie.

Il busto, conservato alla Galleria dell’Accademia di Firenze nella Galleria dei Prigioni e collocato sulla destra appena subito dopo l’entrata, è stato recentemente sottoposto a restauro e tornato all’antico splendore. Come affermato da  Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze,il restauro dell’importante ritratto di Michelangelo realizzato da Daniele da Volterra, restituisce, in tutto il suo splendore, il vero volto del grande maestro del Rinascimento. Il busto di Michelangelo, collocato proprio all’ingresso della Tribuna, accoglie, idealmente, il pubblico che, da ogni parte del mondo, viene ad ammirare i suoi capolavori”.

In origine le versioni autografe erano tre: due destinate a Leonardo Buonarroti e una a Diomede Leoni, seguace di Michelangelo e instancabile collezionista. I bronzi per Leonardo rimasero a uno stadio di finitura piuttosto grezzo e vengono  custodite, oggi, a Casa Buonarroti e al Museo Jacquemart-André di Parigi. La terza testa, rifinita da un collaboratore di Daniele da Volterra, fu collocata, in un primo tempo,  negli Horti Leonini, per passare in seguito nelle collezioni di Ferdinando I de’ Medici. La sua identificazione è rimasta però a lungo incerta perché, esistevano almeno due busti di provenienza medicea, conservati alla Galleria dell’Accademia di Firenze e al Museo Nazionale del Bargello.

Le conclusioni dell’attuale restauro, curato da Nicola Salvioli, hanno confermato che il busto della Galleria dell’Accademia di Firenze è l’originale scultura di Daniele da Volterra.  L’opera, presenta, infatti, sulla superficie, i segni di una prolungata esposizione all’aperto. Anche gli inventari hanno confermato la presenza dell’opera nelle collezioni medicee fino al 1803, quando fu  trasferita prima all’Accademia di Belle Arti e infine nella sua attuale collocazione.

Il busto presentava problematiche conservative ed estetiche, tipiche di un manufatto bronzeo rinascimentale. La superficie in parte lucida ed in parte arida e opaca, appariva ricoperta da diverse sostanze, infatti, non è da escludere un antico intervento di pulitura con sostanze acidule che hanno cancellato eventuali residui di patinatura originale e dato vita a processi di corrosione localizzati protrattisi poi nel tempo. L’intervento volto al recupero della corretta leggibilità dell’opera e alla ricerca di patinature originali, è stato condotto con il supporto di una campagna diagnostica mirata alla raccolta di informazioni sullo stato di conservazione. Tra gli interventi effettuati anche il ripristino di un corretto assetto dell’insieme busto-piedistallo, mediante la realizzazione di un supporto metallico tergale e di consolidamento interno della pietra, consentendo, inoltre, l’ancoraggio di sicurezza a parete.

 

 

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