fbpx
Home / Bibliofili / “Rorate celi desuper et nubes pluant iustum” l’Annunciazione nell’Angelico

“Rorate celi desuper et nubes pluant iustum” l’Annunciazione nell’Angelico

Sono trenta le iniziali miniate arricchite da scene e fregi che si allungano nei margini con decorazioni fogliate e a filigrana che arricchiscono il Messale di San Domenico miniato dal Beato Angelico nel terzo decennio del Quattrocento, periodo in cui il frate domenicano era presente nel convento sulle colline fiorentine, lungo la strada che conduce a Fiesole. Una decorazione ricca ed elegante senza essere sfarzosa, in alcune carte il fregio si espande e incornicia lo specchio della scrittura sui due lati, come nella c.33 V dedicata all’Annunciazione della Vergine, mentre in altre è la stessa figurazione ad espandersi, esce dal campo dell’iniziale e trova spazio tra le anse del fregio o in medaglioni e formelle separati dall’iniziale.

La tipologia decorativa della pagina e delle iniziali si collega a quella in voga nella miniatura fiorentina dell’inizio del Quattrocento, lo stile dell’ornamentazione è riconducibile al gusto tardogotico nella flessuosità dei fogliami e del tralci, anche se sono già evidenti i segnali di una trasformazione in atto che tende a ricondurre l’ornamentazione all’interno dei parametri di ordine, simmetria e classicità. Una raffinata scelta cromatica accosta le brillanti tonalità di blu, rosso e verde, a toni più lievi, come un grigio-lilla e il rosa salmone, conferendo all’insieme un effetto di elegante preziosità dal gusto tardo-gotico e lontano dagli eccessi fantastici e dai risultati vistosi che caratterizzano i codici dell’epoca.

L’apparato ornamentale delle iniziali è complementare alla scena o alle singole figure che supporta, l’iniziale è la cornice naturale della storia che dentro vi è raffigurata, una visione che viene colta nell’affacciarsi dentro l’iniziale il cui fondo è riquadrato da un listello giallo chiaro, sfumato per dare profondità prospettica. Il rapporto tra la lettera e la scena che essa contiene è ancora vitale, come nella tradizione gotica e lo si coglie nella relazione che unisce le piccole figure posizionate nei tralci e quelle nel fondo dell’iniziale, ma è vissuto con una libertà nuova dall’autore che gioca con le forme e gli spazi.

Questo è particolarmente evidente nell’Annunciazione della Vergine alla carta sopracitata che rivela una grande libertà compositiva, i campi vengono  delimitati dalle aste della lettera e servono a isolare il naturale  dal soprannaturale, la Vergine da Dio Padre, inoltre concorrono nell’individuare uno spazio intermedio in cui si colloca l’apparizione dell’angelo, mentre nel medaglione a margine viene raffigurato il profeta Isaia.

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia.” E’ il “Rorate celi desuper et nubes pluant iustum” di Isaia che viene proclamato il 25 marzo nella ricorrenza dell’Annunciazione della Vergine Maria, che a Firenze stava a segnare l’inizio del nuovo anno.

La splendida miniatura la cui decorazione occupa la piena pagina è composta da diverse scene che trovano spazio entro l’iniziale e nei fregi decorativi. Sullo sfondo della lettera che è interamente realizzato in foglia oro, sta l’arcangelo Gabriele, ancora in volo e sorretto da nuvolette in atto di salutare la Vergine che è pronta ad accogliere la missione con devozione. Nell’occhiello della lettera è Dio Padre con in mano un libro sacro mentre con l’altra invia la colomba dello Spirito Santo a Maria. Le vesti dei personaggi sono nelle tonalità canoniche mentre quelle dell’angelo sfumano nel colore stesso della pergamena, accurati panneggi ricadono evidenziando le volumetrie dei corpi. Nel margine inferiore della carta, in un clipeo è raffigurato il profeta Isaia che aveva predetto la nascita di Cristo e che guarda la scena mentre tiene in mano un rotolo i cui toni sfumano nel colore della pergamena.

 

 

 

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *