La Ptolomei Cosmographia, lo splendido codice del XV secolo conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze è un luogo privilegiato, un racconto scritto e per immagini in cui Enrico Martello riesce ad inquadrare, commentare e interpretare le più importanti trattazioni cosmografiche del Quattrocento, sia per la parte scritta che per la loro rappresentazione grafica, in sintesi potremmo definirla una vera e propria summa dei saperi cosmografici del tempo.
Sintesi di pratiche e saperi che prevede la conoscenza del latino e dei classici del sapere cosmografico antico e moderno, insieme a nozioni sulla navigazione, alle tavole tolemaiche e alle carte nautiche. Un insieme di saperi dotti e pratici che assume la forma quasi di una enciclopedia visuale. Una summa del sapere cosmografico del Quattrocento per la Signoria fiorentina interessata ad approfondire i dibattiti in corso nelle altre corti italiane e anche nella corte papale.
Come nota il prof. Cattaneo nel suo saggio all’edizione in facsimile Vallecchi “ La Cosmografia di Enrico Martello è una testimonianza nitida e preziosa di un periodo di forti cambiamenti nella cultura geografica, in parte legati alle nuove conoscenze territoriali nella parte meridionale dell’ecumene, e in parte correlati all’acquisizione di conoscenze letterarie di nuovi testi di autori antichi, come Strabone ad esempio con i quali cominciano a confrontarsi gli studiosi interessati alla soluzione dei grandi problemi geografici – le dimensioni della sfera terrestre e l’abitabilità delle sue regioni, il rapporto tra terra e acqua, le possibilità di movimento e di raggiungimento per e verso l’oriente. E il dibattito, per lo meno a Firenze, Venezia, Genova, Lisbona, Siviglia, insomma nelle grandi capitali del Mediterraneo e dell’Atlantico, usciva dalle mura accademiche, dei conventi e dei circoli dotti degli umanisti e literati e coinvolgeva un pubblico assai esperto, non del tutto ignaro del latino, come quello dei mercanti, tra i patrocinatori nonché protagonisti dei viaggi di scoperta e di conquista della corona portoghese e spagnola. Un pubblico avido di cogliere, a volte in forma semplificata, ma completa, un sapere rinnovato, recepito nella vivacità del suo dibattersi”.
Le tavole disegnate da Enrico Martello colpiscono per la vivacità dei colori, l’ azzurro e il blu intenso, per mari, fiumi e laghi, l’oro, il marrone, il verde, spesso usati per le montagne, per la ricchezza dei particolari, le città sono indicate con un castello o con edifici, torri e chiese in color nocciola e sfumature in giallo. I nomi di mari, popoli e regioni sono collocati all’interno di cartigli con sfondo rosa, mentre in rosso quelli dei fiumi e di parte dei notabilia. La gradazione di latitudini e longitudini, posta ai bordi delle tavole, è contornata da una cornice tipica dei codici di Enrico Martello.
Le 39 tavole della Cosmographia disegnate da Enrico Martello, tra antiquae e modernae, sintetizzano nel loro insieme la rappresentazione rinascimentale dello spazio cosmografico e forse la più completa cartografia tolemaica del Quattrocento.
La c.88v – 89r è il “Planisfero ecumenico in seconda proiezione tolemaica ” ovvero come è illustrato nel capitolo 24 del libro I della Geographia, in cui i paralleli e i meridiani sono linee curve per ricreare l’illusione della sfericità della Terra. Nel planisfero è rappresentata la classica ecumene tolemaica che definisce la parte conosciuta e abitata del mondo, con l’aggiunta a Nord delle regioni baltiche: Norvegia, Svezia e “Gotia”, le attuali Danimarca e Finlandia, e che si estende dall’Asia centrale all’India, alla Cina, con le coste asiatiche e ampia conoscenza dell’Africa. L’Oceano Indiano viene rappresentato come un mare chiuso, circondato da una fascia continentale che collega l’Africa all’estremo Oriente, la Terra Incognita. Il Baltico e le regioni baltiche ignote a Tolomeo sono l’unica modifica introdotta da Martello, il Mediterraneo allungato e senza il golfo della Sirte, l’Africa senza le scoperte portoghesi, viene rispettato il modello tolemaico puro che era già stato aggiornato nelle carte nautiche già in uso , Martello invece di correggere il planisfero affiancherà le tavole moderne a quelle antiche. Circondato da dieci teste umane che rappresentano i venti il planisfero grande di Martello , (575X840 mm. ) è una meraviglia per gli occhi e lo sfarzo e l’armonia dei colori ne fanno un raro gioiello rinascimentale.
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