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“Credo in unum Deum” Il martirio di san Pietro da Verona miniato dal Beato Angelico

Credo in unum Deum” è la frase scritta con il suo sangue prima della tragica morte lungo la strada che da Como conduce a Milano nella foresta di Seveso, nei boschi di Barlassina, in cui verrà ucciso da un sicario in un agguato. E’ così che muore il 6 aprile del 1252 Pietro Rosini, frate predicatore dell’Ordine dei domenicani, martire e venerato santo dalla Chiesa cattolica, fondatore nel 1244 della Misericordia di Firenzecominciata per lo beato Messer Santo Pietro Martire dell’Ordine dei Predicatori” come riporta il registro dell’Arciconfraternita.

E’ all’episodio della “ Morte di san Pietro da Verona” che il Beato Angelico dedica la storia raffigurata nell’iniziale grande contenuta nella C.41V all’interno del Messale di San Domenico. All’interno della lettera, in primo piano, si trova la figura di Piero durante il martirio con il capo ferito, mentre alle spalle il suo aggressore tiene il pugnale alzato nell’atto di colpirlo nuovamente. Pietro da Verona, primo santo martire dell’ordine dei domenicani veste l’abito del suo ordine e con il dito intinto nel proprio sangue afferma l’unicità di Dio, in secondo piano un frate lo accompagna nel viaggio e assiste alla scena prima di cadere sotto le mani dell’aggressore. Dall’alto Cristo invia tre corone di gloria al santo, l’allusione è alle tradizionali tre corone che compongono il S.Rosario che prevede la contemplazione dei quindici misteri, la preghiera mariana per eccellenza e che sarebbe stata da lui inventata e diffusa anche attraverso le numerose Confraternite e che oggi viene recitata nella formula ridotta di una sola corona.

Nato a Verona nel 1205 da famiglia catara compì i suoi studi all’Università di Bologna ed entrò a far parte dell’Ordine dei frati predicatori all’epoca in cui Domenico di Guzman era vivente. Fu un tenace oppositore delle eresie soprattutto di quella catara e per questo venne inviato nel 1232 da Gregorio IX in Lombardia dove tale eresia era largamente diffusa e praticata. Nel 1240 divenne priore del convento domenica di Asti e nel 1241 di quello di Piacenza, poi alla fine del 1244 giunse a Firenze dove iniziò a predicare nella chiesa di Santa Maria Novella dove fondò “ La società di Santa Maria”, ottenuta la condanna degli eretici fiorentini Baroni e del podestà di Bergamo che li proteggeva si arrivò agli scontri che si verificarono al Trebbio e a Santa Felicita.

Due colonne celebrative, erette alla fine del Trecento, la Colonna della Croce al Trebbio e la Colonna di Santa Felicita, sono rimaste a testimonianza di questi fatti. Nel 1251 Papa Innocenzo IV lo nominò inquisitore per le città di Milano e di Como, luoghi che non raggiunse mai in quanto nel 1252 venne assassinato brutalmente con una roncola da alcuni sicari mentre percorreva a piedi la strada.
Il martirologio romano recita “ Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire che, nato da genitori seguaci del manicheismo, abbracciò, ancor fanciullo la fede cattolica e divenuto adolescente ricevette l’abito dallo stesso san Domenico con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede”.

Nel Messale di San Domenico la commemorazione liturgica di San Pietro martire “ In festo beati petri martiris, officium” è fissata per il 29 aprile, in seguito per evitare sovrapposizioni con la festa dedicata a santa Caterina da Siena venne spostata al 4 giugno, giorno della solenne traslazione avvenuta nel 1340 nel sepolcro conservato nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano realizzato da Giovanni di Balduccio, mentre attualmente viene ricordato nel dies natalis, il 6 aprile di ogni anno.

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