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Il pellicano simbolo della misericordia di Cristo nel Salterio di Federico II

Nel repertorio variegato di animali che vengono rappresentati e che accompagnano la narrazione del Salterio di Federico II ce ne sono alcuni che compaiono più volte e che nel rispetto della simbologia medievale rispondono a un significato noto ma che  meritano di essere conosciuti ancor più nel dettaglio. E’ il caso del lupo all’interno della lettera C, con la quale ha inizio il salmo “Cum invocarem” nella c. 16v. che viene rappresentato accucciato di colore rosso con la muscolatura in evidenza grazie alle lumeggiature e le fauci spalancate, è una delle fiere più temibili, “ bestia senza pace” come ebbe a dire Dante e che in questo caso è riferita alle eresie, come si riscontra dal verso riportato nella stessa pagina “ Ecclesia increpat de infedelitate iudeos centosque hereticos”.

Nel fondo ocra della lettera D a pag. 19v invece  è stato incastonato un ibis, presentato di profilo, tutto in color azzurro, con il piumaggio ben delineato ha  il becco adunco rivolto contro l’ala chiusa. Il trampoliere che china il collo e si becca l’ala ricorda l’uccello immondo che secondo Isidoro da Siviglia, abita sul Nilo e si nutre di carogne, si pulisce con il becco e rimanendo in superficie non si avventura nell’acqua più profonda, così come il peccatore, legato al mondo terreno, non osa compiere azioni che possano elevarlo verso la salvezza.

Anche l’aquila viene presentata di profilo, con il corpo rosso puntinato e il piumaggio delle ali in un azzurro sfumato, mentre si becca l’ala chiusa, la ritroviamo in diverse carte con alcune varianti come la testa eretta e fiera e il corpo azzurro con le ali verde scuro. Un animale questo che ha un duplice  significato: da una parte simbolo di Cristo e del cristiano in quanto in grado di rigenerarsi e nel suo fissare direttamente la luce del sole l’allusione alla resurrezione, dall’altro incarnazione del male in quanto rapace e sanguinaria.

Arriviamo infine al pellicano rappresentato all’interno della lettera D “ Dominus regnavit exultet terra” della c.104v, di profilo, con il corpo rosso, le ali e le zampe azzurre e il lungo collo che si ripiega elegantemente per beccarsi il petto turgido, un’immagine che ritroviamo in altre due carte, la c. 125v. e la c.140r. Il pellicano è un animale che si ritrova spesso nell’iconografia pittorica in particolare lo vediamo associato alle scene dedicate alla  Crocifissione. E’ l’uccello che squarcia il suo petto per nutrire i suoi figli, l’ immagine di Cristo che si immola per la salvezza dell’umanità e l’amore della Chiesa per i suoi fedeli.

 

 

 

 

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