Autore di punta del catalogo Vallecchi, ricordiamo oggi la figura di Piero Bargellini, scomparso il 28 febbraio del 1980 all’età di 83 anni, che oltre ad essere scrittore prolifico fu sindaco di Firenze nel 1966 e per questo da tutti ricordato come il “Sindaco dell’alluvione” e politico italiano, concludendo la sua attività in Parlamento sia al Senato che alla Camera dei Deputati.
Sin dai primi anni animatore del dibattito culturale cattolico fondò nel 1923 insieme a Nicola Lisi e Carlo Betocchi, il “Calendario dei pensieri e delle pratiche solari” , una rivista che forniva consigli al mondo contadino sulla linea di cattolicesimo popolare, ma ben più importante sarà di lì a poco la nascita del “Frontespizio“, rivista cattolica e di cultura, che dal giugno del 1930 sarà pubblicata da Vallecchi e di cui fu direttore dal primo gennaio 1931 ed ispiratore fino al 1938, tra i suoi collaboratori anche Mario Luzi e Carlo Bo.
Grande conoscitore dell’arte e della letteratura sarà al fianco del “sindaco Santo” Giorgio La Pira, quale assessore alle Belle Arti e alla Pubblica Istruzione. Durante il suo mandato, dal 1951 fino al 1956 saranno restaurati palazzi, monumenti, tabernacoli, Forte Belvedere sarà aperto al pubblico, particolarmente attento alla politica del verde ma anche a quella sociale, sotto di lui saranno rinnovate le mense scolastiche, potenziati il Maggio Musicale fiorentino, la Mostra dell’Artigianato, mentre nascerà la Mostra dell’Antiquariato.
“Fin da ragazzo sognavo l’apertura del Forte di Belvedere – scriverà Piero Bargellini il 2 febbraio del 1957 nella presentazione al primo volume sull’Arte Greca dell’opera in volumi “Belvedere, panorama storico dell’arte” – e devo ringraziare la Provvidenza che, per vie impensate e imprevedibili, ha fatto sì che il mio sogno si avverasse. Devo anche ringraziare tutti coloro che, militari e civili, hanno reso possibile l’acquisto di Belvedere. Di lassù come ho detto, si domina un impareggiabile panorama, e la visione della città e della valle è di una stupenda chiarezza e, insieme, di una sublime bellezza. Perciò sarei tentato di trarre dal titolo, preso in prestito dalla toponomastica fiorentina, una similitudine, insieme con un augurio. La storia dell’arte, in questi ultimi anni a causa delle note teorie estetico-formalistiche, era diventata ermetica come un fortilizio. Si parlava giustamente di torre d’avorio… Con questo libro vorrei aprire le porte della storia dell’arte a tutti i lettori; vorrei invitare un gran numero di gente a godere del panorama della bellezza”.
E’ questo è in sintesi uno dei grandi meriti che vogliamo riconoscere a questo personaggio esemplare del Novecento italiano, quello di aver aperto le porte a un pubblico vasto, alcuni luoghi, come l’arte, la letteratura, la storia attraverso la sua grande opera di divulgazione di cui fanno parte alcune collane che spiccano in quasi tutte le librerie, in particolare fiorentine. Il riferimento è a “Pian de’ Giullari” dedicata alla letteratura, “ Belvedere”, un viaggio dall’arte che inizia dall’arte greca, ma soprattutto “La Splendida storia di Firenze”, da Gualtieri di Brienne Duca D’Atene Signore di Firenze nel 1342, per un brevissimo periodo di neanche un anno, al 1966, data nefasta segnata della terribile alluvione dell’Arno che ancora oggi rimane impressa in maniera indelebile nella memoria di tutti i fiorentini che si trovarono a fronteggiarla.
Nella foto di gruppo Piero Bargellini è il secondo da destra, insieme a lui troviamo Giovanni Papini, Enrico Vallecchi, Ardengo Soffici e Attilio Vallecchi.