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La Simultaneità di Umberto Boccioni

Umberto Boccioni

“Voglio insistere ancora sopra la seguente affermazione a proposito della quale scrissi qualche articolo in Lacerba di Firenze e nella rivista d’avanguardia Der Sturm di Berlino: “ Il concetto di simultaneità in pittura e scultura è apparso per la prima volta nella sensibilità plastica moderna con le nostre ricerche futuriste”. Nessuno prima di noi aveva usato questa parola per definire una nuova condizione di vita nella quale si sarebbe manifestato il nuovo dramma plastico. Proclamammo che la simultaneità era una necessità assoluta nell’opera d’arte moderna e la “mèta inebriante” della nostra arte futurista. Proclamammo recisamente questa verità nei manifesti della pittura e della scultura futurista, nelle prefazioni ai cataloghi delle nostre diverse esposizioni, lo abbiamo dimostrato sempre nelle nostre opere”.

Umberto Boccioni, di cui quest’anno si festeggiano i cento anni dalla morte, avvenuta nel 1916 per una accidentale caduta da cavallo mentre sotto le armi si trovava nei pressi di Verona, scriveva così nel capitolo dedicato alla “Simultaneità” nel suo celebre libro “Pittura scultura futuriste” uscito nel 1914 nelle edizioni futuriste di “Poesia”, oggi rarità bibliofila, riproposto  poi nella sua integrità  nel 1977 all’interno della Biblioteca Vallecchi, all’epoca diretta da Luigi Baldacci e con un invito alla lettura della storica dell’arte Lara Vinca Masini e che ne fa un documento programmatico unico dell’avanguardia artistica italiana.

Ad iniziare dall’incipit. Il libro viene dedicato infatti “Al genio e ai muscoli dei miei fratelli Marinetti Carrà Russolo che tutto sacrificarono con me per la grande Azione futurista, lottando di giorno nel cerchio furente degli odi e delle calunnie passatiste e creando nelle notti elettriche di Milano e di Parigi la grande atmosfera d’avanguardia antitradizionale e dinamica che deve svecchiare l’Italia e il mondo esasperandone la velocità spirituale”.

Nato nel 1882 a Reggio Calabria, Umberto Boccioni si trasferisce a Roma nel 1901 dove studierà disegno frequentando la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti insieme a Gino Severini e da Giacomo Balla sarà introdotto alla tecnica delle pittura divisionista. Nel 1902 visita Parigi e a Roma nel 1905 e 1906 partecipa alla “Mostra dei Rifiutati” e all’Esposizione di Belle Arti. Nel 1907 si trasferisce a Milano qui entrerà in contatto con Carlo Carrà, Luigi Russolo e il fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti, autore del primo manifesto che sarà pubblicato nel febbraio del 1909.

Prende parte alla stesura ed è firmatario insieme a Carlo Dalmazzo Carrà, Luigi Russolo,Giacomo Balle e Gino Severini del “Manifesto dei pittori futuristi” a Milano l’11 febbraio del 1910 a cui seguirà l’11 aprile del 1910 il “Manifesto tecnico delle pittura futurista”. Nel febbraio del 1912 i cinque esponenti saranno a Parigi alla Galerie Berneheim per la “ Prima  Esposizione di pittura futurista” destinata poi ad altre sedi a Londra, Berlino, Bruxelles. Nella prefazione al catalogo si legge “ E oggi possiamo affermare senza alcuna boria che questa prima Esposizione di Pittura futurista a Parigi è la più importante manifestazione dell’arte italiana, da Michelangelo ad oggi. Noi siamo infatti dopo secoli di letargo, i soli giovani italiani che veramente si preoccupino di rinnovare la pittura e la scultura del nostro grande paese, obbrobriosamente disonorate dalla più vile apatia intellettuale e dal commercialismo più spudorato

E’ datato 11 aprile 1912 il suo “Manifesto tecnico della scultura futurista” a cui farà seguito la mostra parigina alla Galerie La Boetie nel giugno-luglio 1913 della “Prima Esposizione di scultura futurista” mentre dal 1912 al 1914 sarà tra i collaboratori della rivista fiorentina futurista Lacerba di cui si ricorda il celebre e articolo del 1 marzo 1914 “ Il cerchio non si chiude” scritto in polemica con Giovanni Papini, due espressioni divergenti e inconciliabili di intendere la sperimentazione e l’avanguardia e che lo porterà a lasciare la definitivamente la rivista , mentre di lì a poco, in pieno conflitto mondiale,  si compirà il suo tragico destino.

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