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Il Volto di Cristo nel Tributo della Cappella Brancacci

Pagamento del tributo

Nel primo Rinascimento la rivoluzione di Masaccio

“Venuti a Cafàrnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?”. Rispose: “Sì”. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù: “Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, va’ al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te”.

L’episodio del Tributo tratto dal vangelo di Matteo (17, 24-27) viene narrato nel celebre affresco della Cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine a Firenze, uno dei più grandi capolavori del primo Rinascimento italiano ad opera di Masaccio da San Giovanni Valdarno che vi lavorò chiamato da Masolino da Panicale; se a quest’ultimo si deve, con molta probabilità, la realizzazione dell’immagine del volto di Cristo, l’impianto prospettico della complessa scena è senza dubbio frutto del genio innovatore  di Masaccio. E’ Gesù il centro prospettico di tutta la scena, nella sua immagine convergono le linee che costruiscono la storia articolata nei tre diversi  momenti in cui San Pietro compare  ben tre volte e che descrive  Gesù tra gli apostoli, S. Pietro al fiume e infine il rispetto della legge con il pagamento del tributo finale.

Il Vasari nell’esaltare la  grande abilità di Masaccio nel profilo a lui dedicato scrive “ …notabilissima apparisce quella dove San Pietro per pagare il tributo, cava per commissione di Cristo i danari del ventre del pesce; perché oltra il vedersi quivi un Apostolo che è nell’ultimo, nel quale è il ritratto stesso di Masaccio fatto da lui medesimo allo specchio, tanto bene ch’e’ par vivo vivo, vi si conosce l’adir di San Piero nella dimanda e l’attenzione degl’Apostoli nelle varie attitudini intorno a Cristo, aspettando la resoluzione con gesti sì pronti che veramente appariscon vivi”. La figura di Cristo così come quelle dei personaggi che affollano la scena è resa con grande realismo e l’impianto quasi statuario conferito dalle sontuose vesti e dai panneggi  esaltano la volumetria dell’intera composizione dominata dallo sguardo del Cristo reso amabilmente dalla mano di Masolino, che di lì a poco sarebbe scomparso all’età di 37 anni, abile nel fresco “ che le pitture sue sono sfumate et unite con tanta grazia, che le carni hanno quella maggiore morbidezza che si può immaginare”.

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