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Dantis Amor, una gemma dell’arte libraria nei 600 anni dell’anniversario dantesco

Vita Nova

“Il magnifico volume, gemma dell’arte libraria italiana, chiuso in una coperta di seta violetta fremente di arabeschi d’oro che s’aprono per lasciare il campo al vago intreccio di lettere tessute d’argento Dantis amor che dichiarano il libro, ferma nelle pagine rese calme e quiete da un’intonazione giallognola di pergamena la trascrizione dell’operetta dantesca fatta con un nitido carattere corsivo umanistico, e allietata dal fiorire di fregi e dal riso di miniature dolcemente finite che accompagnano il racconto dell’eloquio candido nel quale passano le vicende del miracoloso amore per Beatrice…”. Con queste  parole Giuseppe Nicodemi, in un articolo nel 1921, esprimeva tutta la sua ammirazione per la pubblicazione, nel sesto centenario della morte di Dante, della pubblicazione de la Vita Nuova, con il testo dell’edizione Barbi del 1907, stampato  nella veste di un codice miniato in tiratura limitata di 1321 esemplari.

Il corredo illustrativo portava la firma di tre diversi artisti, le immagini di Vittorio Grassi, il frontespizio e i fregi di Nestore Leoni e la scrittura a cura di Enrico Brignoli, il volume era stampato dall’Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo e la carta che imitava la pergamena era stata appositamente stampata dalle cartiere di Pietro Miniani a Fabriano con la filigrana Dantis Amor, mentre la sontuosa copertina di seta era stata tessuta dalla ditta Vittorio Ferrari su disegno di Vittorio Grassi.

Per la realizzazione dei quaranta acquarelli, Grassi si era ispirato a alcune opere di Dante Gabriele Rossetti dedicate alla Vita Nova, anche se la sua resa risponde più alla tradizione illustrativa italiana che non a quella di derivazione anglosassone. Come nota la studiosa Emilia Anna TalamoCon un raffinato e sapiente uso del colore Grassi era riuscito a rendere nel volume le varie ambientazioni con un’attenzione e uno studio anche dei minimi particolari, dai mobili alle vesti dei personaggi, soprattutto quelle femminili di cui, del resto, Grassi si era già occupato nel 1914, quando aveva presentato abiti alla Mostra della Moda femminile; inoltre, spesso i suoi personaggi sono rappresentati da sotto in su, come se fossero visti da una platea, e senza dubbio tale peculiarità illustrativa gli proveniva dalla sua esperienza teatrale”.

Grassi aveva lavorato quattro anni documentandosi su testi originali e su i più antichi commenti alla Vita Nova, la struttura organizzativa del volume fu presa in carico da Nestore Leoni, autore dei fregi e la venne  scrittura eseguita dal suo allievo prediletto, Enrico Brignoli. Un’impresa particolarmente impegnativa in quanto la Vita Nova non era mia stata illustrata in un codice, i precedenti erano un’edizione del 1890 con prefazione di A. Gotti e a Parigi nel 1907 un’edizione con alcune xilografie di Maurice Denis, fino al 1921 a Torino l’edizione illustrata da Dante Gabriele Rossetti a cura di M. de Rubris.

Il volume fu donato a Papa Pio XI nel 1923 il quale lo conservò nella sua biblioteca privata e in seguito lo donò alla Biblioteca Vaticana dove  è stato conservato  fino ad oggi. Commissionato dalla Banca Italiana di Sconto, per volere di Pompeo Molmenti, sottosegretario di Stato alle Belle arti, il volume della Biblioteca Vaticana reca  la dedica “ La Banca Italiana di Sconto offre questa testimonianza di omaggio alla gloria del poeta divino nel sesto centenario dantesco solennemente celebrato per la prima volta dall’Italia risorta a nazione nei confini segnati da Lui”.

 

 

 

 

 

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