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Boccioni “Il lavoro mio ultimo e il più liberato”

Stilografica Boccioni Aperta

E’ dedicata a Umberto Boccioni l’ultima creazione della maison Vallecchi per gli appassionati di strumenti di scrittura in limited edition, la stilografica “1916”. Uno dei maggiori artisti italiani conosciuti in tutto il mondo e tra i fondatori del movimento futurista di cui quest’anno e per la precisione il prossimo 18 agosto ricorre il centenario dalla morte, viene celebrato con una stilografica importante prodotta artigianalmente dall’azienda fiorentina Stipula che ha messo a disposizione il suo patrimonio e le sue conoscenze nel campo sia della tecnica che del design e della manifattura.

Tra le numerose caratteristiche che la rendono un gioiello unico e sul quale avremo modo di soffermarci con attenzione, uno degli elementi che subito attrae la nostra attenzione è la clip che è stata plasmata prendendo a modello la scultura più importante di Umberto Boccioni “ Forme uniche della continuità nello spazio”, uno dei capolavori assoluti del Futurismo, da lui stesso definita “Il lavoro mio ultimo e il più liberato” immagine scelta per il conio italiano della moneta da 20 centesimi di euro.

Gli artisti di Stipula hanno accolto la sfida di dare una rappresentazione frontale della celebre scultura, in una superficie così ristretta come quella della clip di una penna stilografica e questo ha significato ore di osservazione davanti all’esemplare conservato a Milano al Museo del 900 dove fino al 10 luglio è in corso la mostra “Genio e memoria” dedicata a Boccioni in occasione del centenario, per riuscire a ottenere una riproduzione, sia pur nelle piccole dimensioni, più fedele possibile all’originale. I modelli su cera utilizzati per la realizzazione della clip sono stati plasmati dal vivo, l’unico modo per poter raggiungere un risultato che più si avvicinasse alla realtà dell’opera scultorea. Un vero tour de force all’inseguimento del Boccioni autentico, terminato in una preziosissima miniatura che da sé sintetizza l’espressione futuristica del Maestro.

“Tra la forma reale e la forma ideale, tra la forma nuova ( impressionismo) e la concezione tradizionale (Grecia) esiste una forma variabile, in evoluzione, diversa da qualsiasi concetto di forma finora esistito : forma in moto ( movimento relativo) e moto della forma ( movimento assoluto). Solo questa doppia concezione della forma può dare l’attimo di vita plastica nel suo manifestarsi, senza estrarlo e trasportarlo fuori dal suo ambiente vitale, senza fermarlo nel suo moto, insomma senza ucciderlo”. Scriverà Umberto Boccioni nella prefazione al catalogo della prima esposizione di scultura  futurista a Parigi alla Galerie La Boëtie. E ancora “ Tutte queste convinzioni mi spingono a cercare, in scultura, non già la forma pura, ma il ritmo plastico puro, non la costruzione dei corpi, ma la costruzione dell’azione dei corpi. Non già, quindi, come nel passato, un’architettura piramidale, ma un’architettura spiralica. Un corpo in moto non è dunque per me un corpo studiato fermo e poi reso come in movimento, ma un corpo veramente in moto , cioè una realtà vivente, assolutamente nuova e originale”.

La scultura di Boccioni nella sua costruzione architettonica a spirale è destinata a creare davanti allo spettatore una continuità di forme che sono suggerite dalle forme-forza che si espandono nello spazio e  rendendolo così parte attiva dell’opera d’arte.

E’ il 20 giugno del 1913, vigilia del solstizio d’estate, che si inaugura la mostra di sculture nella galleria parigina. Sono lavori in gesso che Boccioni ha eseguito nella casa dove è andato ad abitare con la madre, oltre alle sculture una trentina di disegni dedicati alla plastica, opere assolutamente nuove e originali che traducono nella pratica le idee già espresse un anno prima nel Manifesto Tecnico della Scultura Futurista. Sono gessi recenti che esprimono la febbre creativa del maestro, forse impossibile tradurli in bronzo, troppo costosa l’operazione, oltre al notevole tempo necessario per farlo. Oggi il gesso, l’originale, di “ Forme uniche della Continuità nello Spazio”  si trova al Museo di Arte Contemporanea di San Paolo del Brasile mentre le opere conservate nei musei di tutto il mondo sono calchi. Del resto lo stesso Boccioni nel suo manifesto aveva ben espresso la sua idea innovativa secondo cui “la nuova plastica sarà dunque la traduzione nel gesso, nel bronzo, nel vetro, nel legno e in qualsiasi altra materia, dei piani atmosferici che legano e intersecano le cose”.

 

 

 

 

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