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Ambrosiana, uno scrigno di tesori aperto al pubblico dal 1609

E’ proprio di questi giorni la notizia che entro l’anno sarà terminato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano il restauro del monumentale cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, il più grande al mondo che misura 285X804 cm. realizzato in carboncino e olio per l’affresco della Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani. Custodito alla Pinacoteca Ambrosiana dal 1626, anno in cui il cardinale Federico Borromeo lo acquistò da Bianca Spinola vedova Visconti per 600 lire imperiali. Un occasione per parlare della Biblioteca Ambrosiana che con i suoi tesori, sia per vastità delle raccolte che per il loro pregio è considerata una delle prime biblioteche italiane e del mondo. E’ qui che è conservato la celebre raccolta di disegni, la Galleria Portatile conosciuta con il nome di Codice Resta dal suo artefice, il conte milanese Sebastiano Resta.

La grande Biblioteca Ambrosiana fondata dal cardinale Federico Borromeo fu una delle prime biblioteche aperte alla pubblica lettura nel 1609 e concepita dal suo fondatore come un centro di studio e cultura, ed ecco che accanto vi fiorirono altre importanti istituzioni, il Collegio dei Dottori, l’Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca.

Per la sua Biblioteca il cardinale raccolse un grande numero di codici greci, latini, volgari e nelle diverse lingue orientali. Ne fanno parte preziosi fondi provenienti da istituzioni religiose come il monastero benedettino di Bobbio, il convento agostiniano di Santa Maria Incoronata e la Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano, così come fondi provenienti da importanti collezioni private, quella di Gina Vincenzo Pinelli, Francseco Ciceri e Cesare Rovida, studiosi e bibliofili del XVI secolo e nel XIX secolo il Mellerio che arricchì l’Ambrosiana con la sua raccolta libraria.

Tra gli illustri bibliotecari, lo storico Giuseppe Ripamonti, Ludovico Antonio Muratori, Giuseppe Antonio sassi, Achille Ratti il pontefice Pio XI. E’ retta da due Collegi, uno dei Dottori, presieduto dal Prefetto che sovraintende alla attività culturale e uno dei Conservatori preposto all’amministrazione.

Fra le ricche collezioni ambrosiane di grande importanza il fondo arabo e orientale, la biblioteca glottologica-dialettale di Carlo Salvioni e la raccolta araldica di Eugenio Casanova. Tra i numerosi manoscritti conservati una menzione particolare è per il celebreVirgilio” che reca le annotazioni di Francesco Petrarca, miniato da Simone Martini, il “Giuseppe Flavio” nella versione latina, su papiro. Vi sono conservati poi anche alcuni codici autografi come il De prospectiva pingendi di Piero della Francesca, l’Aristotele con il commento del Boccaccio, la vita di Guidolbaldo da Montefeltro di Pietro Bembo e opere autografe di S. Tommaso d’Aquino, Ariosto, Machiavelli, Tasso, Galileo per giungere al fondo pariniano e di Cesare Beccaria.

 

 

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