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Solo questa mamma sa chi è il Bambino che stringe fra le braccia

Capolavoro dell’arte rinascimentale, la “Madonna della Seggiola” di Raffaello fu eseguita tra il 1513 e il 1514 con molta probabilità su commissione di Papa Leone X ed inviata a Firenze dove figura nelle collezioni medicee già dalla prima metà del Cinquecento e in seguito negli inventari di Palazzo Pitti dal  1723 e ricordata nella camera da letto del principe Ferdinando. Un’opera che rappresenta l’archetipo della bellezza femminile italiana e che Raffaello ha reso immortale quale immagine della Vergine madre.

E’ una giovane ragazza bruna di carni fiorenti, di caldi sensi e di altero luminoso sguardo. – così ce la descrive Antonio Paolucci direttore dei Musei Vaticani e grande estimatore del pittore urbinate – Stringe a sé il piccolo Gesù con un atteggiamento che è insieme di geloso orgoglio per avere un bambino così bello e di diffidenza, come se avesse paura che qualcuno voglia portarglielo via. Ogni mamma è orgogliosa del figlio e ha timore per la sua salute e per il suo destino. Solo che questa mamma sa chi è il Bambino che stringe fra le braccia e sa anche quale sarà la sua sorte. Ecco allora che un elementare umanissimo sentimento da tutti comprensibile – l’amore, l’orgoglio e la paura di una mamma per la sua creatura – diventa, con perfetta naturalezza, storia sacra e riflessione teologica.”

Un’opera grandiosa che non poteva mancare nella selezione delle oltre cento  immagini selezionate per I Volti della Misericordia – Volti della Vergine , edito da Vallecchi. La forma circolare di derivazione classica condiziona il movimento delle figure nella composizione con il baricentro nell’abbraccio avvolgente di Maria che volge il suo sguardo verso lo spettatore con San Giovannino che affiora sulla sua destra. La bellezza formale, l’alta qualità pittorica e lo schema compositivo geometrico ne fanno un grande capolavoro da sempre oggetto di copie e riproduzioni. Oggi è possibile ammirarlo a Palazzo Pitti appeso alla parete blu della camera da letto nell’appartamento della Duchessa d’Aosta a cui lei stessa rivolgeva le sue preghiere, in occasione della mostra i Doni e le collezioni del Re. Percorsi sabaudi a Palazzo Pitti.

 

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