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Ebanite. Alle origini della moderna stilografica

Ha una data di nascita la stilografica moderna: è il 12 febbraio del 1884, il giorno in cui Lewis Edson Waterman registrò il suo brevetto per un nuovo sistema di alimentazione che avrebbe cambiato il modo di scrivere, un sistema di flusso dell’inchiostro che rimarrà insuperato per più di cinquanta anni, attraverso tre scanalature che consentono il ricambio dell’aria all’interno dell’alimentatore.

La costruzione del serbatoio di inchiostro, componente principale delle prime penne stilografiche è possibile grazie a un materiale nuovo, inventato una quarantina di anni prima, l’ebanite, che in virtù delle sue caratteristiche di lavorabilità, resistenza alla corrosione e di isolante termico è perfetto per tale uso.

Prodotta attraverso un procedimento di vulcanizzazione della gomma naturale mescolata con lo zolfo e indurita attraverso una temperatura prolungata di alcune ore intorno ai 150° , l’ebanite, in inglese hard rubber, nasce nel 1843 e si presenta sotto forma di fogli, barre o lastre, che vengono poi lavorati.

Duro e fragile al tempo stesso, resistente alla corrosione degli acidi e si ammorbidisce quando viene riscaldato, ancora oggi l’ebanite viene usata come isolante elettrico grazie alla sua resistenza agli agenti chimici,  usata anche  come rivestimento per le parti soggette a corrosione.

Un materiale fragile dal punto di vista meccanico, poco resistente agli urti e le cadute e a causa della neutralità chimica, impossibile da riparare attraverso l’incollatura ma solo attraverso la ricostruzione con polvere di ebanite e ciano acrilato. Con l’esposizione alla luce, al calore e all’umidità l’ebanite tende ad opacizzarsi e a perdere la sua lucentezza originaria anche se oggi, attraverso prodotti specifici, è possibile riportarla al suo stato iniziale.

Le prime stilografiche in ebanite erano essenzialmente di colore nero e per molto tempo il modo per renderle esteticamente più attraenti fu la cesellatura e il rivestimento con scheletri di metallo, raffinate filigrane in argento o laminate in oro con disegni incisi, autentici gioielli per la scrittura che fecero la loro apparizione nei primi decenni del Novecento. Una tecnica che noi di Vallecchi abbiamo riproposto nella realizzazione della stilografica 1903 dedicata al centenario.

Se il colore naturale dell’ebanite è fondamentalmente il nero, i colori che potevano essere ottenuti con una certa facilità erano l’arancio, con l’uso del cinabro, e il rosso scuro con l’uso dell’ematite. E’ nel 1923 che Waterman lanciava la linea Ripple che diventerà subito un successo, nera e rossa in ebanite con le caratteristiche onde che si estendono su tutto il corpo della stilografica.

Qualche anno dopo, nel 1924 e nel 1926 Sheaffer e Parker introdurranno l’uso della celluloide che aprirà un nuovo capitolo garantendo una brillantezza senza eguali e una vasta gamma cromatica. Solo in un secondo tempo Waterman deciderà di cambiare la sua produzione ma non prima di essere riuscito ad estendere la sua palette al verde, l’azzurro, il giallo e il  rosa, fedele e ostinato nell’uso dell’ebanite che in seguito sarà abbandonata e usata solo per la produzione degli alimentatori.

Questa che vi offriamo è una foto dell’archivio storico di Stipula dove potete ammirare alcuni utilizzi dell’ebanite e la varietà cromatica delle barre usate per la lavorazione delle stilografiche. L’azienda fiorentina è una fra le poche che ancora oggi  ha mantenuto la tradizione nella realizzazione di stilografiche in ebanite a tiratura limitata avendo a disposizione materiali storici che vengono lavorati secondo le tecnologie più moderne.

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