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La Madonna del Parto Vas electionis e Madre di tutti i credenti

Già dalla prima metà del Trecento in Toscana si diffonde l’immagine iconografica della “Madonna del parto”, un soggetto realistico che rappresenta la Vergine Maria da sola in piedi, in posizione frontale con il ventre gravido e ben visibile, talvolta reca nelle mani un libro chiuso che allude alla Parola di Dio e che attraverso di lei si incarna e scende tra gli uomini. Moltissimi furono gli artisti che si sono confrontati con questo tema, da Bernardo Daddi a Nardo di Cione, Bartolo di Fredi ma tra le più note raffigurazioni della Madonna del parto è senza dubbio quella di Piero della Francesca, immagine dei Volti della Misericordia, un affresco datato tra il 1455 e il 1465 e realizzato per la cappella di Santa Maria di Momentana, una località di campagna nei pressi di Monterchi, nell’aretino.

Per quanto riguarda la datazione, tra le numerose ipotesi, sposiamo quella di Antonio Paolucci, oggi direttore dei Musei Vaticani,  che la collocherebbe intorno al 1455, periodo in cui l’artista stava lavorando alle “Storie della Vera Croce” nella cattedrale di Arezzo  e in particolare all’ “Incontro fra Salomone e la Regina di Saba” con la quale ci sarebbero alcune analogie come la resa dei tessuti dipinti. L’immagine di grande effetto  scenografico resa da Piero della Francesca è data dalla presenza dei due angeli, contrastanti e simmetrici nelle scelte cromatiche che tengono i lembi di un ricco baldacchino che da spazialità alla composizione e che aprono alla vista dello spettatore, quasi fosse un sipario per mostrare la Vergine in tutta la sua naturalezza di donna in attesa della nascita del Bambino.

La Madonna viene raffigurata in piedi, con una mano accarezza il ventre gonfio e con l’altra , poggiata su un fianco, si sostiene, lo sguardo è abbassato, un volto dolce e dai tratti giovanili con il collo allungato e la fronte spaziosa come indicato dalla  moda del tempo. La Madonna del Parto di Piero della Francesca è l’esatta traduzione dell’Ave Maria  è la Benedetta del Signore “ benedicta tu es in mulieribus”, colei che porta in grembo la salvezza del genere umano e in questo Piero della Francesca è unico nella sua capacità di sacralizzare il vero.  Come nota Antonio Paolucci nel suo saggio  a commento dell’opera editoriale I Volti della Vergine :

La Benedetta del Signore che mostra la benedizione del suo ventre («benedicta tu es in mulieribus et benedictus fructus ventris tui») illustra una verità fondamentale della fede cattolica. La Madonna incinta è vas electionis perché la Sua persona è stata scelta come strumento del progetto di salvezza. Essa è foederis arca perché il suo grembo, nel quale il Verbo si è fatto carne, è il ta­bernacolo della nuova Alleanza, il Tempio del Dio vivente. Per questo motivo, nella rappresentazione di Piero, la Madonna gravida in atto di indicare con la mano il visibile frutto del concepimento è collocata in piedi, al centro di un padiglione il quale svolge le funzioni di tabernacolo sa­cramentale, di ricettacolo del Corpus Chri­sti.

I due angeli che – in perfetta simmetria e anzi fra di loro speculari perché tratti dallo stesso cartone – spalancano i lati della tenda, danno alla scena la ritualità di una solenne ostensione eucaristica. La giovane contadina incinta della Val Tibe­rina non contraddice ma anzi esalta e si­gnifica la centralità e la regalità della Ver­gine nella storia della Salvezza, il suo essere sede del Verbo Incarnato, tabernacolo del Corpo di Cristo e, quindi, per traslazione simbolica subito comprensibile, fi­gura della Chiesa, madre di tutti i credenti.”

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