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“Amarti ora e sempre” l’amore travolgente tra D’Annunzio e la Duse celebrato in una stilografica

Non  si trucca, non indossa gioielli, in  scena assume pose anticonvenzionali per l’epoca, un talento innato che le permette di calarsi nel personaggio con una rara empatia. I più grandi sarti dell’epoca realizzeranno per lei capi destinati a rimanere nella storia del costume di tutti i tempi e per il mantello di Francesca esigerà il blu del lago di Pallanza alle quattro del pomeriggio.

E’ alla Divina Eleonora Duse che Vallecchi ha voluto dedicare una stilografica Lady  proprio in uno dei colori da lei privilegiati, insieme al bianco di Marguerite Gautier, La Signora delle Camelie. Sono blu le tuniche essenziali confezionate da Mariano Fortuny, oggi in mostra alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, sono blu i mantelli damascati con le maniche a pipistrello, spesso è lei stessa a dare indicazioni  ai celebri sarti su come realizzare  gli abiti di scena, usati anche nel suo elegante quotidiano .

Una stilografica che celebra uno dei personaggi femminili di spicco della cultura italiana a cavallo tra Otto e Novecento, figlia di attori girovaghi che debutta sulle scene all’età di quattro anni nella parte di Cosetta. Il vero amore che infiammerà la grande attrice per tutta la vita sarà con Gabriele D’Annunzio a cui un giorno scriverà “Ti amo, ti amo e non so più dirtelo”. Un tempestoso legame sentimentale che durò per una decina d’anni e che contribuì a determinare la fama del poeta e scrittore, i cui drammi furono portati sulle scene dalla Duse che in alcuni casi ne finanziava le produzioni, sia in nei teatri italiani che all’estero.

Nel 1898 D’Annunzio a Settignano, sulle colline di Firenze, affitterà la villa trecentesca chiamata “La  Capponcina” per stare più vicino alla sua Eleonora che abitava alla “Porziuncola” e nel 1900 gli dedicherà il romanzo “Il Fuoco”. Un amore eterno suggellato dalla dedica nella Francesca da Rimini,  “Amarti ora e sempre”, amore struggente e appassionato come quello di Paolo e Francesca, i dei due protagonisti del dramma della Rocca di Gradara.

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