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Tornano a risplendere gli affreschi della “maniera fiorentina” nel Chiostrino dei Voti alla SS.ma Annnunziata

Mentre Palazzo Strozzi celebra il Cinquecento a Firenze con una grande mostra irripetibile per importanza e ampiezza delle opere esposte come le tre Deposizioni per la prima volta messe a confronto, un altro luogo di arte e di fede viene restituito alla città grazie alla Fondazione Friends of Florence che con una donazione di 476.000 euro ne ha finanziato il complesso restauro durato quattro anni. E’ il Chiostrino dei Voti, il cortile porticato da sempre attraversato da tutti i visitatori che si recano alla Santissima Annunziata, la Basilica fiorentina dedicata alla Madonna e centro liturgico della congregazione dei Servi di Maria, autentico crogiolo della “maniera moderna fiorentina” dove tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento vi lavorarono gli artisti “moderni” dell’epoca destinati a un grande futuro, dal Baldovinetti a Cosimo Rosselli, Andrea Del Sarto, Franciabigio per arrivare infine a Pontormo e Rosso Fiorentino, nuovi maestri del “manierismo” al punto che alcuni storici dell’arte parlano di una vera propria “Scuola della Santissima Annunziata”.

Il nome dell’atrio prende il nome dagli ex voto che furono tolti dalla chiesa e dal chiostro grande per essere esposti e raccolti in questo luogo, quadri, statue di legno, di gesso o di cera che finirono per riempirlo fino a quando, nel 1785 Pietro Leopoldo di Lorena decise di liberarlo, facendo bruciare gli ex voto nella piazza antistante. L’architettura iniziata nel 1447 su disegno di Michelozzo dispone sui quattro lati degli archi a tutto sesto retti da colonne con capitelli corinzi e volte a crociera, sulle pareti sedici lunette di cui dodici affrescate. Gli affreschi narrano le storie di Filippo Benizi il santo più importante dei Servi di Maria morto nel 1285 e propagatore dell’Ordine e del culto della Vergine e le storie della Vita di Maria, patrona di Firenze a cui il Santuario è dedicato.

E’ nel 1460 che fu iniziata la decorazione ad affresco delle lunette grazie ai contributi dei fedeli con l’Adorazione dei pastori di Alessio Baldovinetti a cui fece seguito la Vocazione di San Filippo Benizi di Cosimo Rosselli, poi nel 1509 Andrea del Sarto riprese i lavori per le Storie di San Filippo Benizi che furono completate nel giro di due anni. Nel 1511 Andrea del Sarto riprende le Storie di Maria con la raffigurazione del Viaggio dei Magi e dopo che Leone X concesse al Santuario il titolo di Giubileo Perpetuo i lavori ripresero vigore e  nel 1513 il Franciabigio dipinse lo Sposalizio della Vergine mentre l’anno seguente nel 1514 Andrea del Sarto completò la Nascita della Vergine e l’8 settembre di quell’anno avvennero i festeggiamenti per il privilegio giubilare.

Le ultime due lunette furono affidate da Andrea del Sarto ai suoi allievi più promettenti, al Pontormo la Visitazione realizzata tra il 1514 e 1516 e a Rosso Fiorentino L’assunzione di Maria. Ha una ventina d’anni il Pontormo per lui l’incarico alla Santissima Annunziata rappresenta una sorta di debutto ufficiale, un tema quello della Visitazione di Maria  che sarà un topos per la sua produzione artistica, ricordiamo la celebre Visitazione di Carmignano, il dipinto a olio realizzato tra il 1528 e il 1530 per la cappella della famiglia Pinadori nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Carmignano, opera ancora oggi là conservata, di cui esiste anche un disegno preparatorio quadrettato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.

Al centro della movimentata scena popolata da tanti personaggi l’incontro tra Maria ed Elisabetta unite da una dolce stretta di mano e da un leggero tocco della spalla, preludio all’opera matura delle due figure gravide ravvicinate nell’abbraccio e nello sguardo reciproco che hanno ispirato l’opera di Bill Viola The Greetings nel 1995. In primo piano una figura femminile dal volto straordinario in cui traspare lo stupore per l’ incontro salvifico.  Pontormo rimase sempre legato alla Santissima Annunziata ed è qui che venne sepolto il 2 gennaio del 1557.

 

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