“Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s’andava schermendo, con quella modestia un po’ guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s’apriva al sorriso” così Alessandro Manzoni ci presenta il personaggio di Lucia Mondella verso la fine del secondo capitolo de I Promessi Sposi e ancora induce in un’ accurata descrizione del suo abbigliamento e della capigliatura.
“I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d’argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’un aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese, intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d’oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori….” . Oltre alla descrizione fisica dell’abbigliamento dell’epoca e del ceto per la festa nunziale non mancano da parte del Manzoni le osservazioni di carattere psicologico stampate sul viso della futura sposa “…una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand’in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare…” annotazioni che sembrano già presagire la notizia del rinvio delle nozze che Renzo le darà tra qualche istante.
L’episodio fu immortalato in una delle tavole acquerellate realizzate dal pittore Aurelio Craffonara, che qui vi proponiamo, per l’edizione illustrata de I Promessi Sposi pubblicata nel 1950 dalla Società Editrice Nazionale, pubblicata postuma e che fu l’ultimo grande lavoro al quale lavorò l’artista italiano, noto acquarellista ed illustratore; i suoi lavori ancora oggi si trovano nel mercato antiquario. Lucia al centro della scena è vestita da sposa ed è circondata da un gruppo di amiche che sorridono festose al lieto evento, mentre alle spalle le si avvicina Bettina per porgere il messaggio da parte di Renzo che, al piano di sotto, la sta aspettando con ansia.
Anche in questo brano sono interessanti da osservare le variazioni al testo rispetto alla versione definitiva dell’opera letteraria. Dove l’autore scrive “modestia un po’ guerriera delle contadine” nell’ edizione del 1927 era invece scritto “ modestia un po’ guerriera delle foresi” , un termine non usato dalla lingua corrente e che stava ad indicare coloro che vivevano fuori dalla città, oppure quando parla della capigliatura sostituisce “trapunte” con “trapassate”, il primo termine infatti deriva dal ricamo, da trapuntare e non era certo adatto a descrivere le trecce dei capelli con i lunghi spilli in argento.
E ancora “ Intorno al collo aveva un vezzo di granati” mentre nella precedente edizione Manzoni aveva scritto “ Intorno alla gola aveva un vezzo di granate” confondendo la parte, ovvero la gola, mentre è granati il termine esatto per indicare al plurale la pietra :il granato. L’immagine che Manzoni ci regala della popolana Lucia vestita a nozze con la capigliatura racchiusa dagli spilli in argento quasi a farne un’ aureola, il suo dolce e misurato sorriso che illumina la stanza come una luce divina e che resterà immortale al punto da renderla uno dei personaggi femminili più amati nella letteratura di tutti i tempi.