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Michelangelo. Il crocifisso al centro della Sagrestia in Santo Spirito grazie a Friends of Florence

Crocefisso di Michelangelo in Santo Spirito foto di Albino Todeschini

Magnifico gioiello dell’arte rinascimentale, la Sagrestia della chiesa di Santo Spirito a Firenze con la sua pianta ottagonale che richiama il Battistero di San Giovanni, fu progettata da Giuliano da Sangallo che ne iniziò i lavori il 3 dicembre del 1492 per essere poi conclusa per mano di Simone del Pollaiolo ai primi di settembre del 1492. E’ qui che si trova conservato il Cristo di Michelangelo, la meravigliosa scultura lignea che l’artista aveva scolpito come segno di gratitudine per gli Agostiniani che lo avevano ospitato tra la primavera del 1493 e l’autunno del 1494 e che solo da qualche giorno è visibile al pubblico in posizione centrale, un’operazione resa possibile grazie al contributo della Fondazione non profit Friends of Florence con il nulla osta della Soprintendenza e la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico infatti, Michelangelo dovette lasciare Palazzo Medici e trovò rifugio nel complesso agostiniano di Santo Spirito a Firenze, qui, ammesso alla pratica delle indagini sull’anatomia dei cadaveri, lasciò  un crocifisso ligneo che venne identificato nel 1962, restaurato e successivamente esposto nella sagrestia. Michelangelo all’epoca ha appena diciotto anni, nella scultura lignea conferisce al Cristo una estrema delicatezza e sottigliezza delle membra, forse ispirata dall’estetica savonaroliana, così lontana dalle rappresentazioni della maturità che lo renderanno celebre fino a quelle delle ultime fasi della sua vita in cui il Calvario e la Crocifissione saranno i temi prediletti, fino alla rappresentazione toccante della Pietà Rondanini. Ricordiamo che alcuni importanti disegni di questo periodo tardo fanno parte della monografia “Michelangelo. I disegni più belli”.

Siamo felici di contribuire alla valorizzazione del Crocifisso di Michelangelo e al miglioramento della fruizione della sagrestia di Santo Spirito – ha detto Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence – La nostra attenzione all’artista è da sempre alta, molti dei nostri donatori hanno a cuore la conservazione delle sue opere e questa sensibilità non fa che alimentare il lavoro di tutela e valorizzazione dell’arte del grande maestro che sosteniamo da anni con progetti importanti e manutenzione costante alla Galleria dell’Accademia e recentemente anche a Casa Buonarroti. Il quartiere di Santo Spirito, con la sua straordinaria basilica, rappresenta per noi un luogo amico da proteggere e da far vivere nel rispetto della comunità dell’Oltrarno e delle tante opere d’arte che vi si trovano. Il nostro impegno nella Chiesa di Santo Spirito è iniziato con il restauro della Pala Nerli di Filippino Lippi e poi continuato con l’Annunciazione di Pietro del Donzello. Adesso siamo entrati in Sacrestia, nella Cappella Barbadori, per rendere ancora più fruibile questo Cristo così sereno e sublime, opera di Michelangelo giovanissimo. Un progetto che ha suscitato l’interesse di tanti nostri donatori che vivono in tutto il mondo e che hanno scelto di partecipare con le loro donazioni al sostegno di uno dei capolavori di questo mirabile artista. Dal 1998 Friends of Florence lavora a fianco delle istituzioni e degli enti per far si che questo importante patrimonio, possa essere salvaguardato per il futuro. Perciò ringrazio a nome di tutta la nostra fondazione Padre Giuseppe Pagano, energetico priore di Santo Spirito, che si è prodigato affinché questo progetto si realizzasse, il Dott. Andrea Pessina, Direttore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato,  il Dott.  Daniele Rapino funzionario della medesima Soprintendenza per il quartiere di Santo Spirito, L’Opificio delle Pietre Dure nelle persone di Laura Speranza, Direttrice del settore restauro scultura lignea e policroma e il restauratore Peter Stiberc per la supervisione tecnica, l’Ing. Leonardo Paolini e l’Arch. Luigi Cuppellini per il progetto e la consulenza e la ditta Arteria per le operazioni di movimentazione dell’opera.”

 Il Crocifisso di Michelangelo posto oggi al centro della sacrestia della chiesa di S. Spirito, capolavoro dell’architettura rinascimentale voluto da Lorenzo il Magnifico e progettato da Giuliano da Sangallo richiamando nella pianta ottagonale la  sacralità del Battistero fiorentino, magnifica ulteriormente la potenza espressiva della scultura e consente al visitatore di apprezzare i multiformi punti di vista che essa offre –  sottolinea Dott. Daniele Rapino Funzionario della Soprintendenza per il quartiere di Santo Spirito – Nel contempo la scelta della nuova collocazione permette la visione dell’opera dalla chiesa, recuperando il dialogo con la stessa per la quale era stata concepita.”

La comunità agostiniana di Santo Spirito, dopo un lungo e attento discernimento, ha accolto di buon grado l’idea di poter collocare il Crocifisso di Michelangelo al centro della Sacrestia del Sangallo perché i visitatori possano, oltre che ammirarne la bellezza scultorea, fermarsi a contemplare con più incisività il messaggio dell’artista: la vittoria della vita sulla morte, dando speranza alle negatività del mondo. Se, come diceva Sant’Agostino, Cristo è bello anche sulla croce, ciò esprime la grande forza della VITA. – Ha detto Padre Giuseppe Pagano, Priore di Santo Spirito – la maggiore visibilità di questa opera, inserita in un percorso che può far entrare i visitatori dentro un luogo che per secoli ha accolto e si è aperto alle grandi menti del periodo dell’Umanesimo, può far ben sperare che ancora oggi possa esprimere la forza di un pensiero e di una spiritualità come quella agostiniana che desidera e può ancora dire tanto all’uomo moderno. Per questo non si tratta solo di accogliere per far visitare in modo “arido”, ma di dare ancora oggi dei contenuti che possano nutrire la mente ed il cuore.”

 

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