“Houel è un pittore di gran merito ed è degno di qualunque assistenza si compiacerà V.ra Ecc.za di dargli a mio riguardo, è come si propone di prendere disegni delle principali vedute della Sicilia accordandogli la vostra protezione”. Così l’ambasciatore britannico si rivolgeva al conte Cesare Gaetani per chiedere, come d’uso, ospitalità e protezione per Jean-Pierre Houel nel 1770 in occasione del suo primo viaggio in Sicilia.
Tappa irrinunciabile del Grand Tour, la Sicilia, con le sue bellezze naturali e la sua storia antica sarà protagonista di una delle raccolte più importanti del XVIII secolo, oltre duecento tavole che compongono il “ Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari” realizzate tra il 1782 e il 1787 dal pittore e architetto francese Jean-Pierre Houel. Ottenuti dei finanziamenti dal governo francese e dopo essersi documentato leggendo gli autori classici e le opere di Fazello, Cluverio e Agatino Dainone, l’artista arriverà a Palermo il 15 maggio del 1776 e rimarrà nell’isola per ben tre anni fino al giugno del 1779 realizzando le tavole che saranno poi raccolte in quattro volumi.
Parte della sua collezione sarà venduta a Caterina II di Russia al prezzo di 40.000 torinesi e oggi molti dei suoi dipinti di viaggio figurano all’interno del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, mentre una cinquantina di tavole andranno nelle collezioni del re di Francia ed oggi si trovano esposte al Louvre. La cifra ottenuta dalla vendita gli permetterà di pubblicare in quattro volumi il suo Voyage e di diffonderla in tutta Europa anche attraverso traduzioni in altre lingue.
Nel viaggio in Sicilia, oltre alle città più importanti come Catania e Siracusa, uno dei luoghi di maggior interesse era la salita al vulcano dell’Etna, luogo simbolico del mito e in grado di lasciare con il fiato sospeso. Sono numerose le vedute che l’artista francese dedicherà al “Monte Rosso” con la vetta fumante e alcuni personaggi in primo piano o visto dalla città, in lontananza nell’azzurro che confonde il suo rilievo. Era abitudine, per coloro che avevano la fortuna di compiere questi viaggi lungo lo stivale italiano, riportare dei souvenir, talvolta anche gioielli, lavorazioni artigianali spesso in materiali naturali come la lava dell’Etna.
Oggi questo materiale antico come la terra rivive in uno strumento di scrittura dalle qualità straordinarie e che non poteva che essere dedicato a Luigi Pirandello di cui quest’anno ricorrono 150 anni dalla nascita.
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