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Leonardo da Vinci. Dal Codice Atlantico le “macchine” del Brunelleschi per la Cupola di S. Maria del Fiore

Per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore Filippo Brunelleschi ideò metodi innovativi per l’epoca e che spesso prevedevano la costruzione di strumentazioni ad hoc. Per completare la sua opera progettò la lanterna, una struttura in marmo, alta come un palazzo di cinque piani, il cui peso era la chiave di volta per il sistema di spinte della cupola a doppia calotta. Brunelleschi non la vide completata, morirà infatti nel 1446 ma il suo progetto venne portato a termine e vi lavorarono numerose personalità come Michelozzo di Bartolomeo, Antonio Manetti Ciaccheri, Bernardo Rossellino e Tommaso Succhielli; ancora oggi si possono ammirare dei modelli nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.

Leonardo da Vinci studiò alcuni di questi meccanismi in uso tra cui una “gru girevole” che viene disegnata e descritta nel Foglio 808 V del Codice Atlantico e che si trova in esposizione a Palazzo Vecchio in occasione della mostra “Leonardo e Firenze. Fogli scelti dal Codice Atlantico” a cura di Cristina Acidini, primo di dodici Fogli selezionati dal Codice Atlantico che tracciano il legame tra il genio vinciano “Pictor fiorentinus” e quella che sarà sempre la sua patria.

Questo macchinario era stato usato negli anni ‘60 del Quattrocento per la costruzione della copertura lanterna, il tempietto in marmo sulla sommità della cupola, come testimoniato da molte fonti tra cui il particolare del dipinto di Biagio di Antonio con i tre Arcangeli nella collezione Bartolini-Salimbeni a Firenze. La gru, modificata, venne usata anche per il posizionamento della sfera in rame dorato, sormontata dalla croce. La grande palla dorata venne commissionata nel 1469 ad Andrea del Verrocchio che il 27 maggio del 1471 la posizionò al di sopra della lanterna.

Leonardo fu testimone di questo evento ed è probabile che vi prese parte in qualità di assistente al montaggio. In altri fogli, sia del Codice Atlantico che di altri manoscritti, Leonardo dimostra di aver mantenuto un ricordo vivido sulla costruzione della cattedrale ed in particolare della cupola e del complesso progetto, ricordi trasformati poi in schizzi di cupole e dettagli sulla sua costruzione,  ispirati alla tecnica del murare i mattoni a “spinapesce”, una tecnica squisitamente fiorentina e in particolare adottata dal Brunelleschi.

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