Sebastiano Resta nacque a Milano nel 1635, di nobile famiglia si dedicò agli studi di lettere e filosofia presso il Seminario maggiore di Milano, ottenendo dall’arcivescovo Alfonso Litta la laurea in filosofia, proseguì gli studi giuridici a Pavia al Collegio Borromeo, dove si trasferì nel 1656, al termine dei suoi studi in diritto civile a canonico fu aggregato al collegio dei nobili giureconsulti di Milano. I suoi interessi però spaziavano anche nel campo dell’arte, il padre infatti era un pittore abbastanza apprezzato.
Nel 1661 si trasferì a Roma dove entrò nella congregazione dell’Oratorio e per oltre cinquant’anni visse nella casa romana dei Filippini accanto alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella. Grazie alla sua grande passione per l’arte entrò in contatto con gli artisti più noti del periodo come Carlo Maratta e Pietro Bellori, ma anche con commercianti e antiquari di Firenze e Bologna, tra cui spicca la figura di Giuseppe Magnavacca. Ne nasce così un profilo di grande collezionista sia di dipinti che di disegni, che oltre ad acquistare per uso proprio, operava anche per conto terzi, e che soprattutto negli ultimi anni della sua vita, seppe destinare molte risorse per il finanziamento di opere pie.
Le grandi collezioni di disegni, non a caso, prendono il via nella seconda metà del Seicento. Nel 1664 infatti il cardinale Leopoldo de’ Medici aveva affidato a Filippo Baldinucci il compito di ordinare la sua raccolta di disegni che prese corpo in cento libri destinati a diventare il primo nucleo della collezione degli Uffizi. Un metodo che sarà seguito anche da Sebastiano Resta nelle sue celebri raccolte di disegni in volumi. La più antica raccolta di Sebastiano Resta nota è una cartella di nove disegni di Pietro Paolo Rubens che venne mandata da Roma a Milano nel 1684 come dono all’Accademia del Disegno che era stata fondata dal cardinale Federico Borromeo nel 1620 con una lettera in cui indica che i disegni del Rubens devono essere “ essempio à Signori Giovani e bizzarri Lombardi, che il diventar Maestro si fa con patire di diventar Scolaro”.
Per molti anni il principale committente di Sebastiano Resta fu Giovanni Matteo Marchetti che divenne vescovo di Arezzo nel 1691, l’opera per mettere insieme questa grande collezione ebbe termine nel 1704 anno della morte del vescovo, ma non rimase nelle mani degli eredi, come avrebbe voluto il Resta che tanto aveva faticato per metterla insieme, perché con molta probabilità venne venduta a tale Forti “cameriero del fu cardinale De’ Medici” e poi acquistata nel 1711 dall’inglese John Talman, inviato a Firenze, che acquistò i sedici volumi per il Lord cancelliere John Somers. Per la collezione che comprendeva 2111 disegni, divisi in sedici volumi alti venti pollici e larghi quattordici, e giudicata la più importante in Europa per metodo e numero furono chieste 750 sterline. Dopo la morte di Lord Somers nel 1716 la collezione venne messa all’asta a Londra e dispersa in tutto il mondo, i disegni che la componevano andranno infatti ad arricchire biblioteche e collezioni museali su tutto il pianeta, dal British Museum al Louvre, alla Pierpont Morgan Library di New York, mentre il nucleo più consistente fu acquisito dalla biblioteca della Christ Church di Oxford.
“La Galleria Portatile”, arrivata integra fino a noi e il cui originale viene oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano rivive in edizione facsimile grazie all’edizione Vallecchi, in tiratura limitata e numerata di soli mille esemplari con introduzione di Mons. Gianfranco Ravasi e nota introduttiva del prof. Salvatore Italia, un’opera straordinaria che venne concepita da padre Sebastiano Resta come un museo itinerante in grado di offrire il meglio della produzione delle “scuole Fiorentina antica, Romana antica e moderna, Lombarda antica, Venetiana antica e moderna”.