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L’arrivo di Picasso in Italia dalle pagine della rivista d’avanguradia “Lacerba”

 

Nei primi anni del Novecento Ardengo Soffici si trasferisce a Parigi, dove rimarrà dal 1903 al 1907 entrando in contatto con la pittura impressionista e i fermenti letterari dell’epoca. Il lavoro come illustratore alla rivista di satira politica e sociale “L’Assiette au Burre” gli consentirà di conoscere alcuni personaggi del mondo culturale parigino come Guillame Apollinaire e Pablo Picasso, in particolare con loro strinse un rapporto intimo e di amicizia al punto che venivano chiamati “ I tre moschettieri”. Soffici ha la possibilità in questo modo di conoscere personalmente i nuovi pittori e gli scrittori che operano in Francia e diventa il tramite per la loro diffusione in Italia.

Negli anni tra gli inizi del secolo e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, tra le riviste di avanguardia che ebbero vita a Firenze un ruolo di primo piano va riconosciuto senza dubbio a “Lacerba”, nata dal sodalizio tra Papini e Soffici con il sostegno dell’editore Attilio Vallecchi, con l’obiettivo di prendere le distanze e poi separarsi dal contesto culturale de “La Voce” di Giuseppe Prezzolini. “ Credo che capirà. – scriverà Soffici in una lettera a Papini, riferendosi a Prezzolini – Andremo insieme se vuoi e cercheremo d’intederci. In ogni caso io non farò parola di tutto ciò a nessuno prima di aver parlato con te… Intanto stringi il più possibile l’affare col tipografo provvidenziale, di modo che se niente vi si oppone, si possa cominciare al più presto”.

“Lacerba” venne pubblicata a Firenze dal 1° gennaio 1913 al 22 maggio 1915, con cadenza quindicinale prima, settimanale poi, sessantanove in tutto i numeri usciti. Ai fondatori Ardengo Soffici e Giovanni Papini si aggiunsero Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato. Alla redazione, la rivista non aveva un direttore ma ognuno era responsabile per il suo scritto, arrivarono i principali protagonisti del movimento futurista, il fondatore Filippo Tommasi Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo. Il titolo venne scelto dal sonetto di Cecco d’Ascoli, una scoperta di Soffici avvenuta nella biblioteca del quartiere latino e i caratteri scelti per la testata furono disegnati da Soffici su modello “etrusco”.

E’ nel numero del 15 giugno 1913 che compare a mezza pagina un disegno di Picasso, è uno studio di un “Bicchiere a calice”, l’opera in questi giorni è visibile al pubblico in occasione della mostra in corso a Firenze a Villa Bardini, dal titolo “Toscana ‘900. Da Rosai a Burri, percorsi inediti tra le collezioni fiorentine”. Piccaso dalle pagine di Lacerba per la prima volta arriva in Italia  entrando così a far parte del repertorio artistico dell’epoca.

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