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La campagna toscana nel capolavoro di Maurice Denis in mostra a Bellezza Divina

I numerosi e vari temi che hanno caratterizzato le raffigurazioni mariane nel corso dei secoli si riducono di gran lunga nel corso degli ultimi secoli. L’arte religiosa dell’Ottocento guarda al passato come fonte di ispirazione attraverso i movimenti dei Nazareni , affermatosi nei paesi di lingua tedesca e dei Preraffaelliti, in Inghilterra, di cui Dante Gabriel Rossetti ne fu il teorico. Nella storia della Chiesa l’Ottocento è stato in particolare il secolo delle devozione mariana e del culto eucaristico.

Tra Ottocento e Novecento la spiritualità si confronta con culture diverse e nell’arte si arriva ad espressioni particolarmente ardite e talvolta dissacranti come è il caso di Munch, altre volte invece il soggetto mariano continua a stimolare gli artisti che rivisitano in chiave personale la tradizionale iconografia. E’ il caso ad esempio di Maurice Denis con l’opera “Nazareth” realizzata nel 1905, selezionata per il volume I Volti della Vergine e attualmente in mostra a Firenze a Palazzo Strozzi per la grande rassegna “ Bellezza divina. Tra van Gogh, Chagall e Fontana”.

L’opera, esposta nel maggio del 1905 al Salon della Societé Nationale des Beaux Arts di Parigi venne riproposta da Ardengo Soffici sulle pagine della rivista “Vita d’Arte” nel 1909 al pubblico italiano. In occasione dell’esposizione parigina, Denis fece esporre questo dipinto insieme al grande “Portrait de Madame de la Laurencie et de ses enfants”, in cui compaiono le tre figlie della committente e un pannello decorativo “La Treille”  che lo accomuna per il  tema del pergolato.  Assonanze e corrispondenze  relative al tema della famiglia, della Sacra Famiglia e della vite sembrerebbero quindi il  trait d’union con le tre opere.

L’ambientazione di Nazareth, dominata dal pergolato su una semplice struttura architettonica, rimanda alla Toscana, l’artista infatti era solito soggiornare in Italia e tra il gennaio del 1914 fece il suo secondo viaggio, tra Roma, Napoli e i dintorni di Firenze. Oltre a Gesù fanciullo e le bambine in preghiera la scena si sviluppa con le tre figure sacre, Maria, Elisabetta e più distante San Giuseppe assorto e a mani giunte. L’opera dono di Jean- Francois Denis, figlio dell’artista è entrato a far parte delle collezioni vaticane nel 1973.

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