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La ricchezza di un committente nella fastosità dell’Adorazione di Gentile da Fabriano

Per la sua realizzazione Palla di Noferi Strozzi, all’epoca il cittadino più ricco di Firenze, facoltoso mercante di stoffe ed umanista,   spese ben 150 fiorini d’oro, una cifra di tutto di rispetto per la pala d’altare commissionata a Gentile da Fabriano per la nuova cappella in Santa Trinità che Ghiberti stava ultimando in quegli anni. Capolavoro dell’artista marchigiano e suprema espressione del Gotico internazionale, l’Adorazione dei Magi, dipinto a tempera e oro su tavola, oggi conservato alla Galleria degli Uffizi e datata 1423, permise a Gentile da Fabriano di esprimere attraverso una scena sfarzosa e opulenta l’altrettanta ricchezza e grandezza del suo committente appassionato, tra l’altro della cultura greca e dell’arte bizantina.

Non è un caso quindi il grande impiego di oro e argento nella decorazione delle vesti, nei finimenti dei cavalli, nelle spade, nei doni, applicati a foglia e poi incisi a mano libera oppure con l’applicazione a pastiglia per ottenere l’effetto del rilievo. L’immagine complessiva della parte centrale  è  di una grande scena caotica e festosa, quasi una battuta di caccia, piuttosto che di una scena religiosa, la tavola brilla di una luce potente che proviene dagli stessi personaggi, il momento è quello in cui il corteo si ferma davanti alla Sacra Famiglia, con al centro i Re Magi che vengono rappresentati nelle tre età dell’uomo, giovinezza, maturità, vecchiaia, mentre alle loro spalle, tra gli astanti viene raffigurato anche il committente.

Il racconto dei Magi giunti per adorare il Bambino parte dalle lunette in cui viene scandito il loro cammino, dalla visione della stella cometa, fino all’arrivo nella città di Gerusalemme infine con la loro entrata in città. Nella predella invece si recupera un linguaggio più sobrio dedicato ad alcuni episodi dell’infanzia di Gesù, la Natività, la Fuga in Egitto e la Presentazione al tempio. L’opera fa parte dei capolavori selezionati per l’Oro di Dio, da Cimabue a Piero della Francesca, quaranta capolavori dell’arte italiana tra Medioevo e Rinascimento con introduzione di Franco Cardini, edito da Vallecchi.

La curiosità. Nel 1970 Poste italiane nella serie natalizia, emise un francobollo che riproduceva la parte centrale dell’opera di Gentile da Fabriano, celebrando ancora una volta questo grande capolavoro dell’arte italiana di tutti i tempi.

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