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L’Annunciazione di Simone Martini esaltazione dell’Oro di Dio

Tra le più celebri e affascinanti opere del Trecento italiano, l’Annunciazione di Simone Martini fu dipinta in stretta collaborazione con il cognato Lippo Memmi e collocata sull’altare di Sant’Ansano nel Duomo di Siena, uno dei quattro protettori della città che figura nella composizione insieme a Santa Massima, oggi l’opera è conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Si tratta di una delle quaranta pregevoli opere d’arte selezionate per L’Oro di Dio, un volume di pregio di 352 pagine, che raccoglie quaranta massimi esempi della pittura italiana tra Medioevo e Rinascimento con una introduzione del prof. Franco Cardini. Sublime distillato di raffinatezza, in questa opera Simone Martini raggiunge vertici mai sperimentati prima e si pone come modello per gli sviluppi della pittura europea. “AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM” è il fumetto che esce dalla bocca dell’arcangelo Gabriele che nella mano sinistra porta un ramo d’olivo mentre la destra indica lo Spirito Santo , nell’annunciare l’evento miracoloso.

Maria colta di sorpresa dall’arrivo del messaggero celeste, si ritrae e nasconde parzialmente il volto con il velo, con l’altra mano sorregge un libro che immaginiamo di preghiere. La scena nella sua preziosità ci ricorda i lavori dell’oreficeria e le pagine miniate dei codici francesi, sovrastata dall’accecante bagliore dell’oro. Il trittico è inquadrato in una cornice ottocentesca con due colonnine che separano la tavola centrale dai pannelli laterali in cui sono rappresentati i santi Ansano e Massima, e coronato nella parte alta da cinque cuspidi con quattro tondi dai quali si affacciano i profeti Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele, con cartigli che alludono al mistero dell’Incarnazione.

 

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