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La Biblioteca di Michelozzo il primo tempio del sapere umanistico aperto al pubblico

Concepita come un vero tempio del sapere la Biblioteca di Michelozzo realizzata all’interno del Convento di San Marco per volere di Cosimo de’Medici oggi si offre alla vista in tutta la sua sorprendente essenzialità architettonica, priva dei plutei originari e degli armadi alle pareti che li sostituirono nel Seicento, con l’imponente struttura a basilica a tre navate con colonne in pietra e classici capitelli ionici e l’illuminazione naturale ricercata per facilitare la lettura e lo studio.

L’aula di lettura è composta da una salone lungo 45 metri con un doppio colonnato di snelle colonne ioniche che delimita tre navate coperte ai lati da volte a crociera e al centro da volta a botte, sostenute anche da tiranti in ferro. Archi, colonne, peducci e cornici sono in pietra serena di derivazione Brunelleschiana e i recenti restauri  hanno evidenziato l’originale coloritura quattrocentesca  a “verde finto marmo” rinvenuta in una campata centrale insieme a un frammento di una Rosa dei venti e ad alcuni affreschi di illusionismo architettonico intorno ai portali, dipinti con ogni probabilità da Iacopo Chiavistelli in occasione delle trasformazioni apportate nel Seicento.

Cosimo naturalmente si occupò di dotarla di dei libri necessari di quella che fu  nel Rinascimento prima biblioteca aperta al pubblico e oltre ai libri liturgici, miniati da Zanobi Strozzi, collaboratore dell’Angelico, venne acquisita la cospicua raccolta libraria dell’umanista Niccolò Niccoli, ricca di testi classici, greci e latini, la biblioteca venne poi ordinata da Vespasiano da Bisticci secondo i dettami di Tommaso da Sarzana, il futuro papa Niccolò V. A seguito della soppressione ottocentesca del convento la maggior parte dei volumi del convento sono confluiti nella Biblioteca Mediceo  Laurenziana, mentre sono stati qui depositati i Corali medievali e rinascimentali provenienti anche da altre chiese e conventi che sono oggetto, a rotazione, di esposizione temporanea.

Tra i codici particolarmente pregiato è il Messale 558 miniato dal Beato Angelico per il Convento di San Domenico a Fiesole riprodotto in edizione facsimile da Vallecchi in collaborazione con il Museo di San Marco, con all’interno  i saggi di Magnolia Scudieri, ex direttrice del Museo di San Marco, Maria Grazia Ciardi Duprè dal Poggetto e Sara Giacomelli e Maria Paola Masini e di cui una copia è in mostra visibile al  pubblico in una teca all’interno della biblioteca come  documenta la foto che vi mostria

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http://www.vallecchi.it/la-pittura-dellangelico-miniatore-nel-manoscritto-558-al-museo-di-san-marco/

http://www.vallecchi.it/angelico-et-vezoso-et-divoto-et-ornato-molto-con-grandissima-facilita/

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