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Giotto, una nuova narrazione per la Passione di Gesù nella Cappella degli Scrovegni

Il Bacio di Giuda o la Cattura di Cristo è uno degli affreschi più noti del ciclo della Cappella degli Scrovegni all’interno delle Storie della Passione di Gesù  di Giotto datato tra il 1303 e il 1305. Il momento drammatico della cattura di Gesù si svolge all’aperto e nella costruzione l’artista ha attinto a tutti e quattro i Vangeli canonici. Il centro della narrazione è segnato dal bacio del traditore, Giuda avvolge Cristo con il suo mantello, giallo, così come la veste che indossa, attorno a loro una folla di soldati e guardie.

La calca è tale al punto che si riescono ad intravedere solo le teste e i volti in primopiano e sono spade, bastoni, lance, lanterne, torce e il corno che chiama a raccolta a segnare i differenti piani della massa molto compatta di personaggi. Accanto a Giuda un soldato con una mantellina rossa, mentre uno dei sacerdoti con un ricco abito rosato indica Gesù, Pietro sul lato opposto recide l’orecchio a Malco, servo del sommo sacerdote, mentre un uomo di spalle di cui non si conosce il volto ma solo il mantello e il cappuccio afferra saldamente il lembo di un mantello di ignoto tagliato dalla cornice dell’immagine, l’allusione è al Vangelo di Marco in cui viene narrato l’episodio del seguace di Gesù che fugge nudo mentre il lenzuolo che lo copriva resta tra le mani della guardia.

L’innovazione straordinaria di Giotto sta nel presentare sia Giuda che Gesù di profilo piuttosto che di fronte o di tre quarti come indicava la tradizione iconografica. Tra i due si instaura un dialogo intenso che si legge nell’evidente faccia a faccia. Gli sguardi si incontrano e in quei profili vicini è evidente il contrasto anche fisico, Gesù sereno e maestoso davanti alla fisionomia quasi animalesca del Giuda che ha perso l’aureola ed è  interamente vestito di giallo, un colore questo che a partire dal Duecento era sinonimo di decadimento e di tradimento.

All’ intenso contatto visivo tra Gesù e il suo traditore si contrappone l’agitazione delle turbe di armati tutto intorno che generano  un effetto di violenta drammaticità. Ben orchestrati sono i gruppi di armigeri, composti affastellando le teste, un tempo con colori metallici negli elmi, e soprattutto intuibili dal numero di lance, alabarde, bastoni e fiaccole che si levano in aria. Un’immagine tutto sommato tradizionale ma moderna nei contenuti e con una straordinaria tensione psicologica e drammatica.

Il notissimo affresco di Giotto è una delle selezionate opere d’arte che fanno parte del volume di pregio I Volti di Cristo a cura di Gerhard Wolf e di Ludovica Sebregondi in tiratura limitata di soli 799 esemplari stampato con una speciale retinatura a modulazione di frequenza e rilegato a mano in finissimo lino naturale.

 

 

 

 

 

 

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