Ci sarà anche l’opera di Umberto Boccioni “Forme uniche della continuità nello spazio” in mostra per “La fine del mondo” la grande rassegna organizzata per la riapertura del Centro Pecci a Prato, curata dal nuovo direttore Fabio Cavallucci e che sarà la principale attrazione del Grande Opening in programma per il 16 ottobre.
“Ciò che abbiamo conosciuto finora è obsoleto – afferma Cavallucci – La mostra non vuol essere dunque la rappresentazione di un futuro catastrofico imminente, ma insieme presa di coscienza della condizione di incertezza in cui versa il nostro mondo e riflessione sugli scenari che ci circondano. I mezzi, anche concettuali, d’interpretazione della realtà che noi abbiamo conosciuto non sono più in grado di comprendere il tempo presente. Di qui, da questo cambiamento strutturale, nasce un senso diffuso di fine”.
Saranno oltre 50 le opere di artisti internazionali nell’intera superficie espositiva del museo, arricchita dall’intervento “Sensive the waves” dell’architetto Maurice Nio che ha costruito una nuova ala, una sorta di navicella spaziale con la sua antenna pronta ad emettere e a ricevere onde e messaggi cosmici, un percorso che si presenta come una sorta di esercizio della distanza in quanto la visione del presente sarà proposta come qualcosa di ormai remoto, ormai finito, ponendo il visitatore in una sorta di limbo tra un passato lontanissimo e un futuro ancora distante.
Agli artisti storici come Umberto Boccioni, Pablo Picasso e Marcel Duchamp si affiancheranno le opere dei contemporanei Jimmie Durham, Carlos Garaicoa, Qui Zhijie e Cai Guo-Quiang, Henrique Oliveira e Julian Charrière che ha realizzato un lavoro insieme all’artista tedesco Julius Von Bismarck, insieme ad altri giovani artisti e ancora poco conosciuti e molti dei quali provenienti da aree geografiche interessate da conflitti come l’Europa dell’Est, il Nord Africa, il Medio Oriente, il Sud America.
Nel percorso espositivo tutte le espressioni e i linguaggi artistici saranno interconnessi, la musica, il teatro, il cinema, l’architettura e la danza interconnessi con la mostra, ad arricchire con il loro linguaggio il contenuto della mostra ci sarà la cantante Bjork, l’architetto Didier Fiuza Faustino, il drammaturgo Pippo Delbono, il musicista elettronico Joakim.
Ricco il calendario degli eventi e delle conferenze tra cui spiccano il 16, giorno del grande opening che sarà aperto al pubblico dalle 11 alle 24, alle 18.00 “La fine del mondo” di Marc Augè e il 3 novembre sempre alle 18.00 “La fine del mondo” di Zygmunt Bauman.