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A Palazzo Pitti gli “Incontri miracolosi : Pontormo dal disegno alla pittura”

E’ la prima volta che la Visitazione, uno dei maggiori capolavori del Pontormo conservato nella pieve dei Santi Michele Arcangelo e Francesco a Carmignano e recentemente restaurato prima di essere esposto a Palazzo Strozzi per la mostra sul Cinquecento a Firenze, viene esposto accanto all’unico disegno preparatorio esistente. Il magnifico Modello , un disegno in pietra nera, appena  326X240 mm, è gelosamente conservato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e svela la quadrettatura in pietra rossa, Pontormo infatti invece di realizzare un cartone per la grande pala si avvalse di questa tecnica per riprodurre poi sulla tavola la scena, anche se con alcuni ripensamenti.

Fulcro dell’esposizione che da domani si apre al pubblico nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti dal titolo “Incontri miracolosi: Pontormo dal disegno alla pittura – Miraculous Encounters: Pontormo from Drawing to Painting a cura di Bruce Edelstein l’opera del Pontormo è messa a confronto con altri suoi due capolavori che ne fanno un autentico maestro nella ritrattistica del Cinquecento, il Ritratto dell’Alabardiere conservato al Ghetty Museum di Los Angeles  che torna eccezionalmente  in Italia dopo quasi  trenta anni, si tratta infatti di un’opera d’arte che non viene quasi mai data in prestito, esposto anch’esso accanto al disegno preparatorio e il Ritratto di giovane uomo con berretto rosso proveniente da una collezione privata inglese identificato forse con la figura di Carlo Neroni o con Masaniello, che con il ricco abbigliamento e il mistero della lettera nascosta tra le mani e lo sguardo fiero, gareggia in bellezza con lo straordinario Alabardiere della Repubblica Fiorentina, la cui figura anch’essa rimane avvolta dal mistero.

Secondo alcuni si tratterebbe di Francesco Guardi,  giovane soldato ritratto dal Pontormo indicato dal Vasari, in mostra si trova anche anche una copia de Le Vite aperta proprio alla pagina in cui inizia la biografia del Pontormo, ma secondo altri si tratterebbe di Cosimo de’ Medici da giovane, anche lui indicato dal Vasari come soggetto di un ritratto, altra possibilità quella che vede Ercole Rangone giovane nobile fiorentino che si era arruolato nella milizia repubblicana ritratto come Alabardiere, insomma rimane il mistero sull’identità del giovane affascinante ritratto tra il 1520 e il 1530 vestito elegantemente in bianco e rosso, i colori dello stemma cittadino, una lunga catena d’oro al collo e la medaglietta d’oro che pende dal berretto rosso con la raffigurazione della lotta tra Ercole e Anteo, spada al fianco e appoggiato alla picca che il Getty Museum acquistò nel 1989 per 32,5 milioni di dollari.

“Mettere esposte  insieme queste opere in dialogo – ha sottolineato Eike Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi  durante la conferenza stampa – significa non solo una narrazione biografica o storico artistica ma ripercorrere il processo creativo del genio del Pontormo, per la prima volta l’Alabardiere un’opera che non viaggia mai, insieme al ritratto del Neroni dato in prestito dalla proprietà insieme alla Visitazione di Carmignano , per la prima volta accanto al suo disegno preparatorio offrono molte occasioni di studio. Siamo anche vicini alla Chiesa di Santa Felicita, Palazzo Pitti offre una contestualizzazione naturale per l’opera del Pontormo, l’Alabardiere ci appare come un difensore del territorio, un principio che ci ha accompagnato nella realizzazione della mostra”.

La storiografia più recente ha ridimensionato l’immagine del genio eccentrico che era stata tramandata dal Vasari mettendo all’ordine del giorno una riconsiderazione del suo ruolo e la mostra si pone come obiettivo proprio quello di avviare questo processo  tramite l’analisi rigorosa delle opere in mostra e grazie alla pubblicazione del catalogo scientifico edito da Giunti  a cura di Bruce Edelstein e Davide Gasparotti con i saggi a cura di Bruce Edelstein, Cristina Gnoni Mavarelli e Daniele Rossi.

“Il progetto è nato due anni fa – ha spiegato Bruce Edelstein – insieme alla Parrocchia di Carmignano, l’idea era di richiamare l’attenzione sul mantenimento, una mostra che potesse supportare la raccolta fondi per il restauro del Convento accanto alla Pieve di Carmignano, ma cosa potevamo dire di nuovo sulla Visitazione ? Forse siamo riusciti a dire qualcosa di nuovo. Per la prima volta il disegno è riunito al dipinto, il restauro del 2014 e le indagini scientifiche hanno fornito molte notizie sulla tecnica del Pontormo, il disegno quadrettato è stato studiato, da un lato è rifilato, dove corrispondeva alla tavola. Poi abbiamo il capolavoro della ritrattistica dell’Alabardiere anch’esso a confronto con l’unico disegno. Del Pontormo abbiamo un corpus di 400 disegni, la metà della quale conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Durante l’assedio Pontormo non fugge da Firenze, rimane in città e nel 1529  compra una casa. Non era un eccentrico, non era un solitario ma spesso accompagnato da allievi, la sua vita è stata molto più normale di quello che si è creduto.” La mostra nell’allestimento dell’architetto Mauro Linari rimarrà a Palazzo Pitti fino al 29 luglio per poi procedere alla volta degli Usa alla Morgan Library di New York e al Paul Getty Museum di Los Angeles grazie alla cui collaborazione è stata realizzata.

 

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