E’ un “Bacco” giovane e sensuale quello scolpito da Michelangelo, ebbro e che a fatica riesce a tenere in alto la coppa della sacra bevanda, mentre alle sue spalle un satiro appoggiato a un tronco assaggia l’uva che tiene nella mano sinistra. Un’opera naturalistica dal modellato fluido in grado di competere con i modelli della scultura ellenistica. Iniziata nel luglio del 1496 e conclusa dopo un anno oggi si trova conservata nel Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Di particolare interesse è la storia legata a quest’opera di Michelangelo, una delle poche dedicate a un soggetto profano. Dopo la morte del Magnifico Firenze attraversò un periodo difficile, il governo passò a Piero de’ Medici mentre il domenicano Girolamo Savonarola infiammava le folle con le sue prediche. Nell’ottobre del 1494 Michelangelo lasciò Firenze per rifugiarsi a Venezia e in seguito a Bologna dove fu ospite di Gian Francesco Aldovrandi grazie al quale poté lavorare ad alcune statue che avrebbero fatto parte dell’Arca di san Domenico.
Sono di questo periodo un “Angelo reggicandelabro” e le statue di “San Proloco” e di “San Petronio” che risentono degli influssi di Jacopo della Quercia che nella basilica dedicata a San Petronio aveva lasciato grande testimonianza della sua arte. Dopo un anno circa Michelangelo tornò a Firenze e fu accolto da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Piero che era stato esiliato, ma di ideali repubblicani, fu lui a commissionargli un “San Giovannino”, una statua poi andata dispersa e fu grazie a lui che Michelangelo riuscì a vendere, come antico, un “Cupido dormiente” che venne acquistato a Roma dal cardinale Raffaele Riario. Scoperto l’inganno il cardinale andò su tutte le furie e mandò Jacopo Galli a Firenze per scoprire l’autore di un pezzo contraffatto in maniera così spettacolare.
Michelangelo venne così invitato a Roma per conoscere il cardinale ed ebbe modo di vedere la ricchissima collezione di pezzi antichi del Riario, il quale gli commissionò una statua “all’antica”, raffigurante “Bacco“. Michelangelo si mise al lavoro e in un anno realizzò la magnifica statua, assimilando gli stilemi della statuaria classica, con le dimensioni leggermente superiori al naturale.
In questo primo soggiorno romano Michelangelo visse e lavorò nella casa di Jacopo Galli, banchiere, per il quale eseguì un’altra statua sempre “all’antica” che nelle fonti viene ricordata come “Cupido” o “Apollo”. Fu lo stesso Galli ad entrare in possesso del “Bacco” che con molta probabilità non giunse mai a Palazzo della Cancelleria, dove risiedeva il Riario e favorì importanti commissioni per Michelangelo. Il 27 agosto del 1498 infatti Michelangelo firmerà il suo primo contratto per un’opera di destinazione pubblica, una “Pietà” destinata alla Cappella della Madonna della Febbre, la celebre Pietà che oggi tutti possono ammirare all’interno della Basilica di San Pietro, l’unica opera che porta la firma di Michelangelo Buonarroti.
Non è dato sapere il perché la statua raffigurante il “Bacco” venne rifiutata dal Cardinale e invece acquistata da Jacopo Galli che la sistemò nel cortile della sua abitazione a San Lorenzo in Damaso e se i biografi di Michelangelo, sia Condivi che Vasari, omettono il rifiuto da parte del cardinale, la vicenda nella sua realtà è ben testimoniata da una lettera di Michelangelo a Lorenzo di Pierfrancesco de’Medici. In seguito, nel 1571 la statua fu acquistata da Francesco I de’ Medici e destinata alle raccolte granducali per poi, nel 1865 confluire al Museo del Bargello insieme alle collezioni delle sculture.