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Un materiale straordinario dalle mille possibilità: lunga vita alla celluloide!

E’ uno dei materiali più esaltanti nell’universo della produzione delle stilografiche, senza ombra di dubbio quello che permette una vastissima gamma cromatica e garantisce la stabilità, nel processo produttivo. Parliamo della celluloide cercando di approfondire alcuni aspetti della sua storia e del suo utilizzo nel settore della penna stilografica. Lo sviluppo della celluloide ha inizio intorno al 1845, quale risposta al mondo industriale nel trovare un nuovo sostituto per alcuni materiali di origine naturale che andavano via via scarseggiando e aumentando di prezzo, come la tartaruga, l’avorio e la madreperla.

Trattando il cotone con l’acido nitrico e l’acido solforico si ottiene la nitrocellulosa, questo materiale lavorato con la canfora alcolizzata, a caldo e sotto pressione, produce la celluloide, che sottoposta ad un ulteriore processo che ne riduce la presenza di canfora, permette al materiale di indurirsi. E’ stabile e può essere lavorato sia a caldo che a freddo con il tornio. Ed è ad iniziare dal 1890 che la celluloide entra in uso per la produzione in serie di molti prodotti in quanto si rivelò in grado di imitare quasi alla perfezione materiali come il corno, l’avorio, le pietre preziose, semipreziose, il corallo.

Nel suo stato naturale, la celluloide si presenta semitrasparente, di colore giallo paglierino e gelatinosa o solida ma attraverso l’aggiunta di agenti coloranti è possibile ottenere una varietà infinita di colori e di fantasie. Si ottengono in questo modo effetti rigati, marmorizzati, screziati. Per ottenere un materiale solido, stabilizzato che può essere usato per la fabbricazione delle stilografiche è necessario un periodo di stagionatura che può richiedere fino a un anno.

Già nel 1890 la celluloide viene usata a livello industriale per la fabbricazione delle stilografiche ma il passaggio storico fu determinato dalla Sheaffer che nel 1924 commercializzò le sue prime penne in celluloide, costringendo i suoi concorrenti a seguirla. Proprio perché materiale nato ad “imitazione” di materiali più preziosi, in un primo tempo e da alcune aziende non venne accolta in quanto dozzinale, ma in seguito dovettero cedere, anche se spesso dedicate a una fascia bassa del mercato e soprattutto per gli studenti.

Alcuni inconvenienti, nel corso tempo, la fecero poi superare da altri materiali, come la facile infiammabilità, la tendenza, se non ben stagionata, a ritirarsi e in questo modo alla perdita della forma originaria e di alcuni componenti come fascette, la perdita del colore originario, dovuta alla reazione con l’inchiostro o con la gomma con la quale sono i fatti i serbatoi. Tutti aspetti che possono essere osservati nei pezzi d’epoca che attirano i collezionisti.

Oggi non è possibile produrre penne in celluloide di alta qualità attraverso lavorazioni automatizzate, ma lo si fa a mano con il tornio, con barre di cellulosa massiccia. Via via che furono sperimentate nuove materie termoplastiche adatte per lo stampaggio ad iniezione, a cominciare dalla metà degli anni ’50, la celluloide perse terreno e oggi in tutto il mondo sono pochissime le aziende ancora in grado di produrle.

Tra queste Stipula di cui vi mostriamo un esemplare di alcuni anni fa, si tratta della stilografica Voyage, una collezione nelle due versioni in oro e in argento, che si ispira alle atmosfere del viaggio sull’Orient Espress, ai primi del Novecento. Il corpo della penna è in celluloide rosso-nera, la clip e la medaglia con la riproduzione di uno stemma sono in metallo pregiato e presentano una pregiata decorazione a smalto blu-lapislazzuli.

Qui di seguito in link al nostro catalogo di Stilografiche da collezione in Limited edition:

http://www.firenze1903.it/stilografiche-da-collezione-limited-edition-vallecchi1903/

 

 

 

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