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L’opera di Umberto Boccioni in mostra a Palazzo Reale

Oltre trecento opere tra dipinti, disegni, sculture e materiali d’archivio per “Umberto Boccioni. Genio e memoria”, la grande mostra aperta a Palazzo Reale a Milano che celebra questo grande maestro dell’arte europea dei primi del Novecento in occasione del primo anniversario della sua morte. Un’occasione unica per ripercorrere la carriera del grande artista, dagli esordi fino ai suoi legami con il Simbolismo e l’Espressionismo per poi approdare al movimento del Futurismo di cui fu uno dei principali esponenti. Curata da Francesca Rossi e Agostino Contò, l’esposizione, che ha il carattere di mostra studio ed è ricca di novità documentarie, si sviluppa secondo un percorso cronologico che fonda la sua struttura su un eccezionale corpus di 61 disegni conservati al Castello Sforzesco e su una serie di documenti e scritti inediti che sono stati rivenuti di recente presso la Biblioteca Civica di Verona.

 

I disegni del Castello Sforzesco coprono l’intero arco biografico, dal 1906, periodo giovanile fino al 1916 anno della sua morte e permettono di attraversare l’intero percorso stilistico dell’autore che attraversa le varie fasi di maturazione senza tralasciare il fondamento classico, rinascimentale e barocco. I disegni sono realizzati con tecniche miste che esaltano i valori pittorici e plastici in una grande varietà di sperimentazioni.

La mostra, articolata secondo le due grandi sezioni, “Il giovane Boccioni” ( 1906-1910) e “Boccioni futurista: pratica e teoria” ( 1911- 1916), prende avvio dall’autoritratto di Giacomo Balla datato 1902 esposta accanto a “Campagna romana”, eseguito a Roma quando Boccioni era allievo di Balla nel 1903 e poi venduta a Gabriele Chiattone, poco dopo l’arrivo dell’artista a Milano, un personaggio al quale l’artista si legò. Rivelatori di questo primo periodo milanese  sono  i “Diari giovanili” di Boccioni provenienti dal Getty Research Library di Los Angeles e alcune opere che sono citate tra sue le pagine  come “Ritratto della signora Massimino”, “Romanzo di una cucitrice”, “Campagna lombarda”. All’inizio del 1908 l’artista frequenta Previati e il divisionismo sibolista che apprenderà da lui sarà la base per la successiva stagione futurista. Tra la fine del 1909 e l’inizio del 1910 a Milano Boccioni incontrerà Filippo Tommaso Marinetti e aderirà al movimento futurista. La seconda sezione della mostra indaga infatti l’applicazione dei principi teorici espressi dall’artista nei suoi interventi e scritti programmatici verificando il modo di procedere e i rapporti posti in atto nel passaggio dal disegno al dipinto o alla scultura. La sezione si apre con il dipinto “Forze di una strada” del City Museum of Art di Osaka e prosegue con “Antigrazioso”, “ Materia”, “ Dinamismo di un ciclista” , “Cavallo +case+cavalierie” , la serie dei Dinamismi di un corpo umano e la ritrattistica matura nella quale si impone un ritorno alla figuratività carica di contenuti della lezione cézanniana e cubista.

 

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