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Beato Angelico. Restaurata l’Annunciazione del Museo del Prado e il 28 maggio la mostra “Frà Angelico e l’origine del Rinascimento fiorentino”

Lo avevamo già annunciato sulle pagine del nostro sito e adesso possiamo ammirare l’opera restaurata che ha recuperato il suo cromatismo brillante e la luminosità intensa che avvolge la scena, particolarmente caratteristici dell’autore e che ben rappresentano questa opera. Si tratta infatti dell’Annunciazione del Beato Angelico dipinta nella metà del 1420 che sarà il fulcro attorno a cui si svolgerà la mostra “Frà Angelico e l’origine del Rinascimento fiorentino” curata da Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art e che sarà inaugurata il 28 maggio nel museo di Madrid e con l’esposizione di un ‘ottantina di pezzi.

Il restauro dell’Annunciazione e di altre opere, conservate in Italia, è stato possibile grazie a una donazione di 150.000 raccolte da Friends of Florence e American Friends of the Prado Museum, il restauro è stato presentato nei giorni scorsi da Andrea Ubeda, Vicedirettore per le Collezioni e la ricerca del Museo del Prado, Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence e Christina Simmons direttore esecutivo degli American Friends of the Prado Museum.

Il restauro che è stato condotto da Almudena Sànchez Martìn nel laboratorio presso il Museo del Prado ha comportato un complesso lavoro di pulitura, strati di polvere e di inquinamento  rimossi e l’ eliminazione delle ridipinture, strati di vernice oleosa che furono applicati nei precedenti restauri. Grazie alla pulitura il lavoro del Beato Angelico ha recuperato la sua originaria luminosità, sconosciuta sino ad oggi, rivelando sfumature di luci e ombre che hanno ridefinito il volume del modellato di ogni elemento della composizione. Una luce quasi soprannaturale pervade il portico e brilla senza ombre, in contrasto con la stanza illuminata da una luce naturale che entra attraverso la finestra e riflette sul muro. Meravigliosi i colori che sono adesso visibili, resi dal Beato Angelico con l’uso del lapislazzuli, lacche rosse e malachite.

L’opera è particolarmente interessante anche per l’uso della prospettiva a cui ricorre il Beato Angelico per l’organizzazione dello spazio, l’abbandono degli archi gotici a favore di forme geometriche e rettangolari in linea con l’estetica dettata dal Brunelleschi nel suo innovativo approccio nelle Chiese di San Lorenzo e di Santo Spirito.

Altri capolavori fiorentini sono stati restaurati in questa occasione e che saranno esposti al pubblico, si tratta de la “Vergine e il Bambino” di Michele da Firenze conservata al Museo del Bargello, la “Vergine e il Bambino” terracotta di Donatello, due angeli e due profeti del Museo di Palazzo Pretorio, e la “Trinità” di Gherardo Starnina che fa parte della collezione Chiaramonte Bordonaro.

La mostra al Museo del Prado è dedicata all’inizio del Rinascimento fiorentino, gli anni tra il 1420 e il 1430, che fu uno dei grandi Maestri del Rinascimento insieme a Masaccio, Masolino, Paolo Uccello, Filippo Lippi; l’Annunciazione sarà una delle opere principali della mostra, ad accompagnarla altri due capolavori recentemente acquisiti dalla collezione del museo spagnolo, “I funerali di Sant’Antonio Abbott” e la “Vergine del Melograno” entrambi provenienti dalla Collezione del Duca D’Alba, il primo donato e l’altro acquistato.

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