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Un itinerario per i 150 anni di Roma Capitale ( 1871-2021) – Villa Torlonia

 La seconda tappa del nostro itinerario, attraverso i luoghi storici di Roma Capitale di cui quest’anno si festeggiano i 150 anni, un anniversario importante della storia del nostro Paese, fa tappa a Villa Torlonia, nel quartiere Nomentano, che fu teatro della battaglia del 20 settembre del 1870. Fu qui infatti che di fronte alla villa vennero collocate alcune batterie dell’artiglieria italiana mentre all’interno del suo maestoso parco il Comando italiano aveva stabilito l’accampamento delle truppe con le artiglierie e l’ambulanza per i feriti.

La costruzione della villa risale al 1806 su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier per il banchiere Giovanni Raimondo Torlonia che aveva comprato la tenuta dai Colonna nel 1797 e venne terminata per il figlio Alessandro. Con l’intervento dell’architetto Valadier l’edificio padronale e il casino degli Abbati vennero trasformati in un palazzo e nell’attuale Casino dei Principi realizzò le Scuderie ed un ingresso, venne risistemato il parco con viali simmetrici e perpendicolari alla cui intersezione è posto il palazzo, la villa venne abbellita con sculture d’arte classica.

Il figlio, Alessandro Torlonia, nel 1832 incaricò Giovan Battista Caretti a continuare i lavori nella villa, vennero così costruiti un Tempio di Saturno, Falsi Ruderi, la Tribuna con la fontana oltre al Caffe-House, la Cappella di Sant’Alessandro e l’Anfiteatro, oggi non più esistenti. Alla villa lavorarono anche Giuseppe Jappelli che si occupò della sistemazione meridionale e vi realizzò la Capanna Svizzera e la Serra Moresca e Quintiliano Raimondi che operò sul Teatro e sull’Aranciera, oggi la Limonia.

Nella zona sud, di gusto neoclassico, furono realizzati laghetti, viali a serpentina e nuovi edifici : la Capanna Svizzera, la Serra, la Torre, la Grotta Moresca e il Campo dei Tornei e nel 1842 due obelischi in memoria dei genitori. Il successore di Giovanni, fece trasformare la Capanna Svizzera nella attuale Casina delle Civette, oltre a costruire un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale il Villino Rosso, nel 1919 nei sotterranei venne scoperto un cimitero ebraico. Negli anni ’20 Giovanni Torlonia Junior concesse a Benito Mussolini la villa come residenza e dopo la guerra la villa venne abbandonata fino a quando nel 1978 fu acquistata dal Comune di Roma per divenire un importante parco pubblico.

Dopo l’intervento di restauro a cura del Comune di Roma, dal 1997, Villa Torlonia è stata restituita al pubblico e il Parco di Villa Torlonia oggi ospita due musei: il Casino Nobile e la Casina delle Civette. Il primo, nei due piani di rappresentanza, è il  Museo della Villa con sculture e arredi d’epoca mentre al secondo piano troviamo  il Museo della Scuola Romana aperto al pubblico nel 2006 con dipinti, sculture e disegni degli artisti impegnati a Roma nella ricerca figurativa tra le due guerre. Nell’attiguo Casino dei Principi  è consultabile l’Archivio della Scuola Romana, ricchissimo di documenti, ospita periodicamente mostre temporanee.

La Casina delle Civette spicca per la sua originalità. Ideata nel 1839 dall’architetto Giuseppe Jappelli come Capanna Svizzera, fu trasformata agli inizi Novecento in eclettico villino, residenza del principe Torlonia. Il suo nome è legato al ricorrere di elementi decorativi ispirati al tema della civetta. Le numerose vetrate policrome presenti sono state realizzate in gran parte da Cesare Picchiarini tra il 1910 e il 1925, su disegni di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto. Dall’apertura al pubblico, nel 1997, come spazio museale, la collezione originaria della Casina è stata arricchita con vetrate degli stessi autori e con disegni, bozzetti e cartoni preparatori.

 

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