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Palazzo Ducale di Urbino, scrigno di tesori rinascimentali e Galleria Nazionale delle Marche

Il Palazzo Ducale fu eretto per volontà di Federico da Montefeltro, Signore di Urbino dal 1444 al 1482, valoroso capitano di ventura e illuminato mecenate fu capace di coniugare l’abilità politica e militare a una raffinata cultura e a una vivace curiosità intellettuale. La sua intelligenza politica e la sua moderazione lo resero principe gradito ai sudditi e alle corti italiane: sotto il suo dominio Urbino divenne in pochi decenni uno dei modelli di riferimento del Rinascimento italiano. Grazie al contributo di artisti e architetti all’avanguardia, come Piero della Francesca e Leon Battista Alberti, Federico trasformò definitivamente il contesto culturale e urbano della città.

La costruzione del Palazzo iniziò intorno al 1450 con la ristrutturazione di case medievali preesistenti lungo l’odierna Piazza Rinascimento, affidata all’architetto fiorentino Maso di Bartolomeo.
Fu poi l’architetto dalmata Luciano Laurana, arrivato alla metà degli anni ‘60 del secolo, a dare forma all’attuale Palazzo; a lui si deve la distribuzione degli ambienti intorno al Cortile d’Onore e l’impianto dell’ala che si protende verso la caratteristica facciata dei “Torricini”, aperta verso il paesaggio. Al suo interno, si trova lo splendido studiolo intarsiato e dipinto, giunto fino a noi quasi intatto, manifesto della cultura e delle scelte intellettuali ed estetiche di Federico da Montefeltro.

Al Laurana successe nella direzione dei lavori Francesco di Giorgio Martini, portando un’impronta di puro Rinascimento toscano su alcune parti strutturali, e nelle decorazioni da lui disegnate. Durante gli undici anni in cui rimase al servizio dei Montefeltro realizzò il Giardino Pensile e l’Appartamento della Duchessa, ideando anche il complesso impianto idraulico presente nei Sotterranei, luogo deputato ai servizi dell’edificio. Risale alla metà del XVI secolo la costruzione del secondo piano del Palazzo, voluta dal duca Guidubaldo II Della Rovere e affidata all’architetto Filippo Terzi e allo scultore Federico Brandani.

Le strepitose collezioni che ornavano il Palazzo urbinate furono in gran parte disperse alla fine del Ducato (1631): opere provenienti da Urbino sono presenti nei maggiori musei del mondo occidentale, in particolare in quelli Fiorentini, specialmente opere di Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano e Federico Barocci, in quanto l’ultima erede della dinastia, Vittoria della Rovere, sposò il Granduca di Toscana.

Tra le opere originali, rimaste fortunosamente in Urbino o ritornate a Palazzo dopo la costituzione al suo interno della Galleria Nazionale delle Marche nel 1912, figurano capolavori sommi quali la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, la Città ideale, il Ritratto di Federico e Guidubaldo di Pedro Berruguete il Ritratto di gentildonna detto La Muta del più illustre cittadino urbinate, Raffaello. Si distinguono inoltre, nella collezione, gli stendardi processionali di Luca Signorelli e Tiziano, e le magnifiche opere di Paolo Uccello, Lorenzo Lotto, Federico Barocci, Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Orazio Gentileschi, nonché un gruppo di ceramiche istoriate di produzione urbinate del XVI secolo.

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