Domenica prossima, 20 maggio, la Chiesa celebra la festa della Pentecoste, cioè il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, l’effusione dello Spirito Santo dono di Cristo Risorto e la nascita della Chiesa, ma non dimentichiamo che Pentecoste è anche l’antico nome greco della festività ebraica di Shavuot che rappresenta la festa del ringraziamento.
“Mentre rimanevo con voi, vi ho detto queste cose. Ma il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio nome, quello vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutte le cose che vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non ve la do come la dà il mondo. Non si turbi il vostro cuore né si ritragga per la paura. Avete udito che vi ho detto: Vado via e torno da voi. Se mi amaste, vi rallegrereste che me ne vado al Padre, perché il Padre è maggiore di me. E ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, voi crediate. Non parlerò più molto con voi, perché viene il governante del mondo.”
Il dono dello Spirito Santo attraverso la Pentecoste viene raccontato così nel Vangelo di Giovanni, che nel Codice di Valois viene rappresentato con una splendida miniatura a tutta pagina, la c.69v.
Maria vestita di bianco e avvolta da un azzurro manto è seduta, al centro della sala, e tiene fra le mani un libro aperto circondata dagli apostoli e da altri fedeli riuniti in preghiera. Il volto ben delineato e dai dolci tratti, racchiuso tra il soggolo e il manto sormontato da una aureola dorata, risalta tra lo splendore complessivo che irradia tutta la sua figura ottenuto grazie alle lumeggiature bianche che evidenziano il panneggio delle vesti che ricadono e dai contorni dorati del mantello.
Dall’alto, dalla colomba ad ali spiegate si irradia una potente pioggia di raggi dorati sugli astanti, è l’azione dello Spirito Santo che si manifesta sugli apostoli, una luce divina che illumina la stanza, dall’ambientazione classica e che scandisce lo spazio tra la parete di fondo resa con il grigio e il verde scuro e le figure in primo piano.
La discesa dello Spirito Santo viene accolta con grande stupore dagli apostoli e dagli astanti che rivolgono lo sguardo al cielo, alcuni con le mani giunte, altri in ginocchio in preghiera, un’immagine realistica e curata nei dettagli e nei tratti dei volti, mentre le vesti nei colori pastello del rosa, dell’azzurro e del grigio donano ulteriore luminosità alla composizione.
Il tutto è racchiuso in una cornice che nella sua semplicità mantiene la tradizionale struttura architettonica con il pilastro sulla sinistra che regge le due colonne e in lato il fregio con due cornucopie. In basso ritorna lo stemma del Delfino, destinatario del pregevole manufatto a lui destinato dall’ amorevole madre, la Regina Claudia.