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Dedicata al Premio Nobel Luigi Pirandello una stilografica in lava dell’Etna

«Sono nato in Sicilia e precisamente in una campagna presso Girgenti, il 28 giugno del 1867. Io dunque sono figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti». A  150 anni dalla nascita viene celebrata la figura di Luigi Pirandello, drammaturgo, poeta e scrittore, tra gli autori italiani più tradotti all’estero e i cui testi teatrali vengono rappresentati nei teatri di tutto il mondo; impossibile non citare Umberto Orsini, Salvo Randone e Gabriele Lavia quali maggiori interpreti dei suoi drammi in Italia.

E’ nel 1925 che fonderà la Compagnia del Teatro d’Arte di Roma, della quale faranno parte Marta Abba, sua musa ispiratrice, la donna fulva che era apparsa a incarnare tanti suoi personaggi e Ruggero Ruggeri. In breve diventa il drammaturgo di maggior fama mondiale, tanto da ricevere il 9 novembre del 1934 il Premio NobelPer il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”, la notizia sarà accolta mentre,  sotto i flash dei fotografi arrivati per ritrarlo, è intento a battere ripetutamente su un foglio della macchina da scrivere “pagliacciate!, pagliacciate!”: un genio indiscusso.

Nella sua ricchissima produzione letteraria un ruolo di primo piano è per “Uno, nessuno e centomila”, romanzo annunciato e più volte interrotto per l’impegno nel teatro e al tempo stesso una sorta di tela di Penelope da cui nascevano pagine destinate a divenire altri capolavori, novelle, drammi. « In “Uno, nessuno e centomila” – dirà Pirandello – è studiato il dualismo dell’essere e del parere, la scomposizione della realtà e della personalità, il giuoco delle apparenze a cui noi diamo valore di realtà».  E’ questo in sintesi il pensiero pirandelliano che si rifà al relativismo conoscitivo e psicologico e che nell’uomo, come anche nei personaggi  dell’opera “Sei personaggi in cerca d’autore”,  produce un sentimento di estraneità, tanto da farli sentire  “forestieri della vita”. Morirà il 10 dicembre del 1936 mentre a Cinecittà stava seguendo le riprese di Pierre Chenal per “Il fu Mattia Pascal” interpretato da Pierre Blanchard, per una violenta polmonite.  Le sue ceneri furono poste sotto il “pino solitario” in contrada Caos, di fronte al mare.

Il  paesaggio etneo e il vulcano siciliano fanno da sfondo, com’è naturale, a numerose opere di Luigi Pirandello, è per questo che abbiamo  voluto celebrare questo grande personaggio della cultura di tutti i tempi con una stilografica in Lava dell’Etna, un materiale molto antico e al tempo stesso innovativo nella produzione di strumenti di scrittura. Oltre il 50% è la percentuale di purissima Lava Basaltica che combinata a resine e secondo formule brevettate e segrete ha dato vita ad un materiale dalle proprietà straordinarie e adatto alla realizzazione di strumenti di scrittura.

Virtualmente infrangibile e con un alta capacità di assorbire gli urti, ignifuga, igroscopica con un  feeling pastoso al contatto, sono gli elementi che  fanno della stilografica “Luigi Pirandello” uno strumento altamente innovativo nel campo della scrittura. Le parti metalliche sono in argento, lo stantuffo di riempimento in titanio, mentre sulla stilografica è montato un esclusivo pennino Palladio 23 Kt 920 Dreamtouch che non necessita di pressione per scrivere, ma traccia con dolcezza le parole per una scrittura che non avete mai immaginato.

 

 

 

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