Anche i coniugi Doni con il loro sguardo rivolto verso il grande “tondo” sembrano approvare la scelta illuminata che li vede accanto, per la prima volta, al grande capolavoro di Michelangelo, commissionato forse per la nascita della figlia Maria, e dopo aver lasciato gli ambienti di Palazzo Pitti saranno ammirati agli Uffizi nel nuovo allestimento della sala 41 del corridoio di ponente, che oltre a Michelangelo e Raffaello,ospita anche Fra Bartolomeo grande ispiratore del genio urbinate durante la sua permanenza a Firenze. Sono i primi anni del Cinquecento, tra il 1504 e il 1508 sia Michelangelo che Raffaello si trovano a Firenze, nel giro di pochi anni vengono alla luce le opere entrate nell’immaginario della rivoluzione artistica del Rinascimento realizzata grazie alla presenza di ricche famiglie di mecenati come i Doni, gli unici che riuscirono a commissionare opere a Michelangelo e a Raffaello, i Nasi, per loro Raffaello dipinse la Madonna del Cardellino che dipinto nello stesso periodo del Tondo Doni da oggi ne condivide la sala insieme ai ritratti di Maddalena e Agnolo Doni ricostruendo in questo modo il nesso storico. A breve poi, dal 9 luglio infatti verrà inaugurata la sala 35 per Leonardo da Vinci, sarà possibile mettere in relazione i due artisti.
La nuova sala dedicata a Raffaello e Michelangelo è stata inaugurata stamattina alla presenza del Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, di Manuel Guerra Vicepresidente degli Amici degli Uffizi gli attuali mecenati che hanno offerto il contributo necessario al nuovo progetto di restauro e di riallestimento, il prof. Antonio Paolucci che ha tenuto una lectio magistralis e il l’architetto Antonio Godoli, curatore del patrimonio architettonico degli Uffizi che insieme a all’arch. Nicola Santini ha curato il progetto. Ma non è tutto. La Galleria Palatina che ospita il nucleo più importante di opere di Raffaello, ben 11, è destinata ad aumentarlo con l’arrivo,dagli Uffizi, del Ritratto di giovane con la mela ( forse Francesco Maria della Rovere) trasformando la Sala di Saturno in uno spazio dedicato a Raffaello Sanzio, sempre in questa sala verrà ricollocata la Testa di Maria Maddalena di Pietro Perugino maestro di Raffaello e sempre qui tornerà il Ritratto di Leone X, attualmente in restauro all’Opificio delle Pietre Dure, portando a 13 i capolavori.
La Sala di Saturno diventerà così una sorta di mostra permanente di Raffaello Sanzio e in particolare sarà possibile ammirare le opere della ritrattistica curiale come il ritratto tardo di Giulio II quello di Fedra Inghirami e il patrono Leone X con i cardinali Giulio de’Medici e Luigi de’ Rossi e quello del Cardinal Bibbiena che fu sostenitore di Leone X. Ma ritornando alla Sala degli Uffizi, qui il Tondo Doni è stato affiancato anche da una scultura antica, la testa di un tritone nelle vesti di “Alessandro morente” che era stata scoperta da Antonio Natali. “Obiettivo è anche quello di stimolare i visitatori – ha sottolineato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – al confronto e al paragone, ognuno potrà trarre le proprie conclusioni, così come facevano tra loro gli artisti nel Cinquecento. Tra cinque settimane poi verrà aperta anche la sala di Leonardo, questa è anche un’occasione per celebrare i committenti della repubblica di Piero Soderini, il mecenatismo delle grandi famiglie, un tema che ha ispirato i mecenati di oggi, gli Amici degli Uffizi”.
“ Nel corso di 25 anni sono 88.000 i soci che ci hanno sostenuto – ha detto Manuel Guerra Vicepresidente degli Amici degli Uffizi – e che ci hanno permesso il restauro di 50 busti antichi, del Lacoonte e del Ercole e Nasso, il restauro delle tende e la realizzazione del corrimano per lo scalone, tutte opere fatte in affiancamento alla direzione degli Uffizi.” “Se compito di museo è quello di rendere comprensibile la storia dell’arte, la nuova redazione della sala di Michelangelo è esemplare – ha detto il Prof. Antonio Paolucci durante il suo intervento – Entrare nella sala significare essere al centro della rosa dei venti, nel centro dello svolgimento delle arti figurative, come dirà Giorgio Vasari, Michelangelo sarà una lampada, una lucerna destinata ad illuminare le generazioni degli artisti che lo seguiranno, ed ecco Raffaello e la sua Madonna del Cardellino, i ritratti urbinati, un’eredità che passerà a Guido Reni, Canova, fino al arrivare a Picasso del periodo classico. Fra Bartolmeo, un’artista che influenzerà Raffaello durante il suo soggiorno a Firenze. Dipinti incastonati, il prodigio dei due ritratti dei Doni, una reinterpretazioni del dittico dei duchi di Piero della Francesca ,qui invece sono visti frontalmente, con la ricchezza dei dettagli nei gioielli e nella leggerezza delle sete. Vedere questi quadri insieme non posso esprimere la mia gratitudine per chi ha reso possibile tutto questo”. Una scelta approvata e sostenuta da Antonio Paolucci, già Soprintendente ai Beni Artistici e Ministro ai Beni culturali e Direttore dei Musei Vaticani, al quale il direttore Eike Schmidt aveva chiesto il suo autorevole parere appena qualche settimana fa.