“Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell’infinito manifestarsi della loro relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di un tutto : ambiente + oggetto. E’ la creazione di una nuova forma che dia la relatività tra peso ed espansione. Tra molto di rotazione e moto di rivoluzione, insomma è la vita stessa afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi. Questo succedersi, mi sembra ormai chiaro, non lo afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, come molti hanno stupidamente supposto, ma vi giungiamo attraverso la ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma-tipo che fa vivere l’oggetto nell’universale”.
E’ Umberto Boccioni a definire i fondamenti dell’estetica futurista e lo fa nel suo libro “Pittura Scultura Futuriste” pubblicato a Milano nel 1914 e riapparso in libreria solo nel 1977 e grazie a Luigi Baldacci che lo farà uscire nella Biblioteca Vallecchi, con un testo di Lara Vinca Masini.
Tutta la modernità del suo pensiero è racchiuso in questo concetto. Non più la divisione delle immagini di natura impressionista, per i futuristi la forma unica è data dalla continuità dinamica. Una forma dinamica che è una sorta di quarta dimensione, in pittura e in scultura, che non può essere senza le tre dimensioni, altezza, larghezza e profondità. Ed ecco la critica al cubismo “ un procedimento razionale che vive nella relatività non in un assoluto intuitivo” mentre i futuristi sono portatori di una “ …sintesi analogica che vive ai confini tra l’oggetto reale e la sua potenza plastica ideale e solamente afferrabile a colpi di intuizione”.
Sempre nel 1914 le sue ricerche sul dinamismo plastico si tradurranno artisticamente in alcune opere manifesto come “Dinamismo di una testa d’uomo”, una tempera e collage della dimensione di cm. 30×30, oggi conservata al Museo del Novecento di Milano, scelta come immagine per il francobollo commemorativo di Poste Italiane e della cartolina postale con l’annullo che è stata emessa nel giorno dell’anniversario dei cento anni dalla morte di Umberto Boccioni, lo scorso anno.
La stessa immagine del volto dinamico di un uomo è stata la fonte di ispirazione per imprimere sul quadrante dell’orologio Novecento una miniatura fedele del volto boccioniano. Opera di miniaturisti fiorentini, un atelier nella città del giglio, dove ancora oggi si pratica l’antica arte della pittura in miniatura, particolarmente in voga tra Sette e Ottocento, l’immagine del dipinto di Boccioni rivive per noi sulla ridotta superficie del quadrante di un orologio da polso in tiratura limitata che ne fanno un gioiello di grande emozione in grado di abbinare l’artigianalità di un prodotto handmade con le caratteristiche tecniche dell’orologeria Swiss Made di grande eccellenza.