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Giubileo di San Domenico, in onore del padre dei predicatori anche un Cammino

Le celebrazioni giubilari hanno preso il via  il 6 gennaio di quest’anno a Bologna la città che custodisce le spoglie di San Domenico di cui quest’anno si celebrano gli ottocento anni dalla morte avvenuta a Bologna il 6 agosto del 1221, nel convento annesso alla Basilica. Giubileo per il fondatore dell’Ordine dei predicatori  che vedrà la sua conclusione il 6 gennaio del 2022, nel giorno dell’Epifania.

Nato a Caleruega in Castiglia, San Domenico viaggiò molto durante la sua vita, Spagna, Francia, Italia e in particolare gli ultimi spostamenti tra Roma e Bologna hanno stimolato la realizzazione del Cammino di San Domenico in occasione del Giubileo, un modo per offrire una diversa possibilità di riflessione sulla vita e l’eredità del fondatore dell’Ordine dei frati predicatori.

Il cammino parte da Montepulciano e in otto giorni, con alcune tratte in treno, giunge a Bologna alla Basilica di San Domenico attraverso le tappe di Pienza, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Siena, Firenze, qui si inserisce nella Via degli Dei a partire da San Piero a Sieve, Monte Fo, Monzuno, Sasso Marconi e l’arrivo alla meta, Bologna.

Sparsi in 80 paesi, i domenicani oggi sono circa 5 mila e tra i figli spirituali diventati famosi troviamo San Tommaso d’Aquino, Alberto Magno e il Beato Angelico che per il Convento di Fiesole realizzò il celebre Messale di San Domenico riccamente illustrato da splendide miniature.

Di recente, in occasione del riallestimento del Museo di San Marco è stato deciso di esporre al pubblico per circa un anno, il Messale di San Domenico, magistralmente miniato dal Beato Angelico insieme a 12 corali francescani di cinque diverse provenienze  a seguito di uno studio di Ada Labriola, autorevole storica della miniatura.

La Biblioteca monumentale, capolavoro architettonico di Michelozzo, costruita per volere di Cosimo il Vecchio dei Medici come “biblioteca pubblica”, destinata non solo ai frati del convento ma a tutti gli studiosi, anche laici, custodisce una straordinaria collezione di codici miniati del ‘400, alcuni dei quali illustrati da Beato Angelico e dai suoi collaboratori. Una selezione della straordinaria raccolta di manoscritti liturgici riccamente miniati è esposta a rotazione ogni tre anni nelle vetrine collocate lungo le pareti della Biblioteca.

Il corale del Beato Angelico fu realizzato tra il 1424 ed il 1430 probabilmente per San Domenico a Fiesole, convento di appartenenza del frate pittore e rappresenta la testimonianza più antica e più importante della sua attività di miniatore.
Trasferito in seguito nella proprietà della Granduchessa Maria Antonia, consorte di Leopoldo II di Lorena, passò quindi alla Biblioteca Nazionale di Firenze e da lì nel Museo di San Marco nel 1869.

Il codice sarà esposto aperto alla carta che illustra la Gloria di San Domenico nell’iniziale “I” superbamente istoriata, che alla base vede raffigurati in un affettuoso abbraccio i due fondatori degli ordini mendicanti San Francesco e San Domenico. La miniatura celebra la festa più importante del corale: quella dedicata al fondatore dell’ordine di San Domenico, che vediamo nel margine superiore dentro una mandorla dorata portato in gloria da otto angeli musicanti. Dalle estremità dell’iniziale I fuoriescono tralci che incorniciano alcuni dei santi particolarmente venerati dall’ordine domenicano, tra cui  il padre e dottore della Chiesa San Tommaso d’Aquino.

Ogni martedì fino al 3 agosto i visitatori del museo potranno accedere anche al Chiostro di San Domenico uno dei più grandi del capoluogo toscano, in origine decorato da trentasei lunette ad affresco con le storie di san Domenico, conservate solo in parte, opera di pittori fiorentini barocchi (Cosimo Ulivelli, Alessandro Gherardini, Sebastiano Galeotti, Niccolò Lapi). Il centro del chiostro è dominato dal gruppo scultoreo del carrarese Andrea Baratta, raffigurante san Domenico che calpesta l’eresia, compiuto nel 1700.

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