Sono passati 22 anni da quando la Fondazione CR Firenze ha favorito il primo restauro alla porta d’ingresso dell’Oratorio del Ceppo (Via de’ Pandolfini, 3) e ne sono seguiti molti altri per recuperare questo luogo di inestimabile valore artistico. Oggi la sede della Compagnia di San Niccolò di Bari detta del Ceppo, che nel 2017 ha festeggiato i 600 anni dalla sua istituzione, riapre alla fruizione del pubblico col ritorno del Cristo crocifisso di Beato Angelico, esposto mesi fa al termine del restauro nella sede della Fondazione CR Firenze e ora ricollocato nella sagrestia. Grazie a questo lungo e complesso intervento la sede della Compagnia del Ceppo è ora aperta al pubblico per consentire le visite ogni sabato non festivo e il primo giovedì del mese verso le 17, alla fine della messa e il lunedì dopo le 19.15. E’ inoltre aperta, su prenotazione, per i gruppi telefonando al numero: + 39 349 3633275 o inviando una email acompagnias.niccolodelceppo@
Alla presentazione, stamani alla stampa, sono intervenuti Ugo Bargagli, Dirigente della Fondazione CR Firenze; Claudio Paolini, funzionario di territorio della Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici per le province di Firenze, Pistoia e Prato; Urbano Alli Maccarani, Guardiano della Compagnia di San Niccolò di Bari della del Ceppo; Ludovica Sebregondi, curatrice del volume La Compagnia di San Niccolò di Bari detta del Ceppo.
L’oratorio ha subito danni incalcolabili nel corso dell’alluvione del 1966, con l’acqua che raggiunse un’altezza di 5 metri e la Soprintendenza si attivò subito prelevando le opere danneggiate e mettendole in sicurezza. Poi, nel corso degli anni, ha provveduto al restauro delle opere mobili e alla loro ricollocazione con un’attenzione continua riservata alla Compagnia dai funzionari di territorio che si sono avvicendati: Licia Bertani, Matilde Simari, Jennifer Celani. La Fondazione CR Firenze ha sostenuto con convinzione i restauri strutturali e degli affreschi (per una spesa complessiva di circa un milione di euro) e risale al 1996 il primo degli interventi al portale d’ingresso, seguito poi da numerosi altri: fondamentali i lavori alla copertura dell’oratorio protrattisi dal 2009 al 2011. La sostituzione di alcune travi ne ha impedito il crollo che avrebbe messo a repentaglio l’incolumità dei fedeli, oltre che la perdita della volta affrescata nel Settecento da Giovan Domenico Ferretti. L’unica opera che deve essere ancora restaurato è la Madonna col Bambino in trono e due pellegrini di Biagio d’Antonio Tucci, del 1480-1485, che è stata esposta alla mostra Firenze 1966-2016, La bellezza salvata.
Per valorizzare tutto il complesso, Elisabetta Nardinocchi e Ludovica Sebregondi hanno individuato un percorso espositivo, su progetto dell’architetto Antonio Fara, che consente di ammirare dipinti, sculture e arredi e di avvicinarsi agli usi di una comunità dedita fin dalle sue origini all’insegnamento dei principi religiosi a bambini e fanciulli. Un sodalizio che, nel corso dei secoli, ha mantenuto una fortissima attenzione per la musica. Proprio in questo oratorio, il 3 agosto 1776 fu eseguita una messa cantata che è stata tra le prime composizioni di Luigi Cherubini allora sedicenne ed entrato da bambino nella Compagnia e i discendenti del compositore, presenti alla conferenza stampa, si sono detti molto emozionati nel visitare per la prima volta questo ambiente. Sono venuti a Firenze, rintracciati dal Maggio Musicale e dall’Opera di Santa Croce, per dare seguito all’ appello del maestro Riccardo Muti perché le spoglie di Luigi Cherubini siano traslate da Parigi alla basilica di Santa Croce dove le attende un cenotafio che fu costruito successivamente alla scomparsa del maestro.
Contribuisce alla conoscenza del luogo anche la pubblicazione La Compagnia di San Niccolò di Bari detta del Ceppo a cura di Ludovica Sebregondi (Polistampa) pensato proprio per accompagnare e invitare alla visita anche ad un pubblico meno distratto.
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